La storia di San Valeriano di Avensa (15 Dicembre)
Oggi, 15 dicembre, ricordiamo San Valeriano di Avensa.
Un vescovo del V secolo, che visse in Nord Africa — in una terra che allora faceva parte della provincia romana dell’Africa Proconsolare, nell’area dell’odierna Tunisia, in una diocesi chiamata Avensa (o Abbenza).
San Valeriano non è un santo “celebre” come alcuni eroi della Chiesa: la sua grandezza sta nella fermezza silenziosa, nella fedeltà fino all’ultimo, nella testimonianza di verità anche quando tutto sembrava contrario.
Siamo nel V secolo: l’Impero romano sta già vivendo trasformazioni profonde.
Nel Nord Africa, le invasioni barbariche hanno dato al potere a un popolo germanico: i Vandali. Guidati dal loro re ariano, Genserico, i Vandali impongono al clero cristiano richieste dure — per esempio chiedere che venga consegnato tutto ciò che appartiene alla Chiesa: vasi sacri, arredi, oggetti liturgici.
La fede cattolica — quella ortodossia romana — viene messa a dura prova: molti sono costretti a rinnegare, oppure a subire persecuzioni. In questo contesto di razzie, di pressione politica e religiosa, essere pastore di Chiesa significa rischiare tutto, anche la propria vita.
Valeriano era vescovo di Avensa. Nato probabilmente intorno al 377, raggiunse un’età veneranda: quando avvennero gli eventi che lo rendono famoso, aveva più di ottant’anni.
Nonostante l’età e le difficoltà, mantenne fermezza e coraggio. Quando i Vandali e Genserico gli chiesero di consegnare i vasi sacri della chiesa, lui rifiutò con fermezza.
Per questo suo rifiuto, i Vandali lo espulsero dalla città. Non solo: ordinarono che nessuno potesse dargli ospitalità — né in casa né nei campi. Fu costretto a vivere per le strade, all’aperto, senza riparo, solo e abbandonato.
Un uomo di oltre ottanta anni, costretto a dormire sotto le stelle, in mezzo al freddo e al disprezzo. Eppure non rinnegò la fede. Non cedette. Rimase fedele fino alla fine. Per questo è venerato come martire, o “confessore” della fede cattolica.
Valeriano morì di stenti, di esposizione, probabilmente intorno al 457.
La sua vita, benché poco conosciuta, resta testimonianza potente: non per grandi miracoli, non per teologia elaborata, ma per fedeltà semplice e coraggiosa, per testimonianza umile ma forte.
Oggi la Chiesa lo ricorda ogni 15 dicembre, nel calendario dei santi, come segno di resistenza, di speranza, di amore alla verità anche quando costa.
San Valeriano ci insegna che la fedeltà a Cristo non dipende dalle comodità, dal prestigio o dalla ricchezza.
Può bussare nella nostra vita come umiltà, come prova, come decisione che sembra insensata agli occhi del mondo.
Ma è nella fedeltà, nell’amore – anche quando siamo soli – che la Chiesa trova la sua forza più grande.
Signore Dio,
che hai donato al tuo servo Valeriano il coraggio di restare fedele anche di fronte alla persecuzione;
concedi anche a noi di non cedere davanti alle ingiustizie,
di custodire sempre con amore e fermezza la verità della nostra fede.
Fa’ che, come lui, sappiamo essere luce nel mondo,
anche quando il cammino è duro e la notte sembra lunga;
fa’ che la nostra speranza rimanga salda in Te,
fino all’ultimo respiro.
San Valeriano,
prega per noi.
Amen.
Recita
Federica Lualdi, don Franco Mastrolonardo
Musica di sottofondo
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Testo elaborato con IA