San Giovanni XXIII (11 ottobre)
«La mia umile e ormai lunga vita si è sviluppata come un gomitolo sotto il segno della semplicità e della purezza. Nulla mi costa il riconoscere e il ripetere che io sono e non valgo che un bel niente. Il Signore mi ha fatto nascere da povera gente e ha pensato a tutto; io l’ho lasciato fare». Queste parole, contenute nelle note dei suoi esercizi spirituali, sono capaci di sintetizzare la gigantesca figura che celebriamo oggi.
Di chi si tratta?
Del “papa buono”, Giovanni XXIII, all’anagrafe Angelo Giuseppe Roncalli. Quarto di tredici figli, nacque a Sotto il Monte nei pressi di Bergamo e fu battezzato nello stesso giorno: il 25 novembre 1881. L’impegno che contraddistinse la sua meravigliosa e densissima vita è riassunto nel proposito: «voglio essere buono, sempre, con tutti». La grande famiglia patriarcale in cui crebbe godeva della presenza di Zaverio, uno zio che non si sposò mai, fungendo da figura di riferimento per la fede di “Angelino” e dell’intero gruppo.
Cosa sappiamo, ad esempio, della sua giovinezza?
Dopo aver frequentato con alti e bassi gli studi, tra l’altro con enormi sacrifici, a quindici anni acquista un quaderno dalla copertina scura, nella cui prima pagina scrive: “Note spirituali”, mentre nella seconda annota i propositi di vita: «Ogni giorno: 1. Fare almeno un quarto d’ora di orazione mentale subito levato dal letto la mattina; 2. Ascoltare, o meglio servire, la santa Messa; 3. Fare un quarto d’ora di lettura spirituale.. Ogni settimana: confessarsi e comunicarsi». Quel quaderno “scuro” col tempo divennero due, poi tre, e sempre di più, fino a diventare, messi insieme, uno dei libri più letti al mondo, pubblicato col titolo di Giornale dell’anima.
Del suo percorso prima di diventare papa invece?
Nei giorni precedenti l’ordinazione, avvenuta il 10 agosto 1904, scrisse: «Non mi faccio prete per complimento, per far quattrini, per trovare comodità, onori, piaceri. Guai a me! Solo per fare del bene, in qualunque modo, alla povera gente». Durante la Prima Guerra mondiale fu cappellano militare nell’ospedale di Bergamo, mentre a quarant’anni venne consacrato vescovo e inviato in Bulgaria, quindi come Delegato apostolico in Turchia e Grecia, per diventare a 63 anni Nunzio Apostolico a Parigi, città che necessitava – in campo diplomatico – della sua santa pazienza. Ma il suo viaggio non era finito: dalla città transalpina passerà in seguito a Venezia, diventandone Patriarca. Nella città lagunare, in occasione dell’omonimo festival cinematografico, così si rivolse ai presenti: «Miei fratelli, il mondo d’oggi è oppresso da un’atmosfera soffocante. Purificatelo! Fate entrare l’aria fresca!». Parole attualissime, che furono messe in pratica durante la propria carriera dal regista Ermanno Olmi, bergamasco come lui, che nel 1965 gli dedicò il film biografico "E venne un uomo".
La sua elezione a papa fu memorabile..
Proprio così. La fumata bianca uscì dal comignolo alle ore 17:08 del 28 ottobre 1958, facendolo sedere sulla cattedra di Pietro al posto di Pio XII: «Chino il capo e le spalle al giogo della croce», disse quel giorno. Ma il suo pontificato fu subito contraddistinto da uno stile “nuovo”: il primo natale da pontefice lo passò infatti all’ospedale Bambin Gesù, tra i piccoli malati, mentre il giorno seguente si recò nel carcere di Regina Coeli per farsi prossimo dei detenuti.
La sua intuizione geniale fu però quella di convocare inaspettatamente un concilio ecumenico..
Esattamente, e lo fece con queste parole: «Cari figlioli.. si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera.. a guardare a questo spettacolo.. la mia persona? Conto niente! È un fratello che parla a voi.. stamattina è stato uno spettacolo che neppure la basilica di San Pietro.. non ha mai potuto contemplare.. tornando a casa.. date una carezza ai vostri bambini.. il papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza..». L’11 ottobre 1962 inizia uno dei momenti più importanti della storia della Chiesa e non solo, una vera rivoluzione copernicana, che tuttavia non riuscì a portare a termine a causa di un tumore.
Come morì?
Pochi giorni prima di salire al cielo, il suo segretario gli si accostò al capezzale per comunicargli l’esito definitivo del medico: «Santo Padre, sarò leale con Lei.. questo.. è il giorno.. dell’incontro con Gesù», e scoppiò in lacrime. «Ma guardalo il mio segretario! – si sentì rispondere col sorriso sulle labbra – Sembra così forte, e invece si commuove quando deve dire al suo superiore la cosa più bella: oggi andrai in Paradiso». Beatificato nel 2000 da Giovanni Paolo II, il 27 aprile 2014 è stato canonizzato insieme a quest’ultimo da papa Francesco! Un trio niente male..
«Grazie, Giovanni, per la Chiesa che ci hai lasciato in eredità: aiutaci a realizzare il tuo sogno».
Recita
Cristian Messina, Patrizia Sensoli
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri