Santa Chiara (11 agosto)
Nata ad Assisi nel 1193 dai ricchi coniugi Favarone di Offreduccio e Ortolana, contro il volere dei genitori a 19 anni la bellissima Chiara scappa di casa, per presentarsi nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli: è la notte del 18 marzo 1212.
Perché la giovane scappò?
Il motivo è semplice: aveva incontrato un innamorato capace di farle incontrare l’Amore con la “A” maiuscola. Quella notte ad attenderla c’erano infatti Francesco e i suoi frati: il “Giullare di Dio” le tagliò i lunghi capelli – simbolo di vanità – e la vestì con un ruvido saio di lana grezza, facendole scegliere castità, povertà e obbedienza come strade privilegiate verso la santità.
Come reagì la famiglia a questa scelta?
«Raggiunti a volo dalla notizia.. – ci dice il testo anonimo Leggenda di santa Chiara – i parenti, col cuore straziato, condannano il proposito messo in atto dalla vergine; e riunitisi in gruppo, accorrono al(l’abitazione di Chiara).. nel tentativo di ottenere l’impossibile. Ricorrono a tutto: alla violenza impetuosa, a trame avvelenate, a lusinghiere promesse, pur di persuaderla a recedere da quella condizione di umiliata bassezza, che né si addice alla nobiltà del casato, né ha precedenti nella contrada».
Come reagì invece Chiara all’offensiva?
«..ella, aggrappandosi stretta alle tovaglie dell’altare, si scopre il capo rasato, affermando che in nessun modo si lascerà strappare dal servizio di Cristo». Ma la sua tenacia fu tale che, più tardi, la raggiunsero in convento anche la madre e la sorella Beatrice! Era ormai nato il secondo Ordine francescano: le sorelle Clarisse.
L’iconografia la ritrae spesso con un ostensorio in mano, come mai?
Quando i Saraceni al servizio di Federico II di Svevia giunsero alle porte di Assisi – «gente della peggiore specie, assetata di sangue cristiano e capace di ogni più inumana scelleratezza», commenta sempre la Leggenda di Chiara –, la santa prese l’ostensorio (in realtà una «cassetta d’argento racchiusa nell’avorio, nella quale era custodito con somma devozione il Corpo del Santo dei Santi») e lo espose alla finestra, facendo arretrare i malintenzionati. Altra immagine che la ritrae di frequente è inoltre quella col giglio in mano, simbolo di purezza e luce divina, ma anche di elezione e innocenza.
Come mai è diventata la protettrice della televisione?
I patronati, come sappiamo, sono spesso legati ad episodi della vita dei santi, che talvolta caricano di significati posticci, ma in ogni caso simpatici e “attualizzanti”. Nel nostro caso il legame con la tv rimanda al fatto che Chiara, malata e in stato di clausura, ebbe in visione Francesco (forse proiettato su una parete), unitamente ai riti del suo funerale, che si stavano svolgendo proprio in quel momento nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Per tale ragione il 17 febbraio 1958 Pio XII l’ha nominata patrona della televisione e delle telecomunicazioni.
Quando morì invece Chiara?
Gli ultimi 42 anni di vita li trascorse a san Damiano, 29 dei quali assieme alla malattia e quasi esclusivamente allettata. Spirò l’11 agosto del 1253 all’età di sessant’anni. Sepolta a San Giorgio, venne successivamente traslata nella chiesa assisana a lei dedicata. Appena due anni dopo venne canonizzata dal neo papa Alessandro IV.
Ci affidiamo a te, Padre, con le ultime parole del Testamento di Chiara: «io piego le ginocchia davanti (a Te).. affinché, per i meriti (di) Maria.., del beatissimo.. Francesco e di tutti i santi, ..(Tu), che ci ha donato di ben incominciare, ci doni ancora di crescere nel bene e di perseverarvi fino alla fine».
Recita
Daniela Santorsola, Cristian Messina
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri