San Bernardino da Siena (20 maggio)
Bernardino Albizzeschi nasce a Massa Marittima, in provincia di Grosseto, nel 1380. Rimasto orfano molto presto, fu allevato da due zie di Siena, città nella quale studiò fino ai 22 anni, momento in cui decise di vestire l’abito francescano, ordine di cui diventerà un grande riformatore.
Si dice sia stato un grande fustigatore del suo tempo..
Proprio così, fustigava soprattutto i nuovi ricchi, ma non solo, e lo faceva con giochi di parole e frasi ad effetto: «Io so bene che la robba che tu tieni non è tua propria.. non è dell’uomo, no, ma per lo bisogno dell’uomo»; oppure: «Talvolta il detrattore va con apparenza di bene e parla male d'altri; egli va sotto l'ombra di bello modo, mostrando di avere carità; e la malizia sta agguattata (cioè nascosta) sotto»; e ancora: «Se tu hai della robba assai e non n’hai bisogno, e tu non la dispensi e muori, tu te ne vai a casa calda». Ma è soprattutto noto per aver diffuso con devozione il nome di Gesù.
Come mai?
«Il nome di Gesù – diceva – è la luce dei predicatori perché illumina di splendore l’annunzio e l’ascolto della sua parola.. Perciò si dive annunziare questo nome perché risplenda, non per tenerlo nascosto.. lo si deve custodire e diffondere come un vaso prezioso», aggiungendo che «l’Apostolo portava dovunque il nome di Gesù con le parole, con le lettere, con i miracoli e con gli esempi. Infatti lodava sempre il nome di Gesù e gli cantava inni di riconoscenza». Arrivò a fare incidere il monogramma YHS su tavolette di legno, che faceva baciare alla gente al termine della sua predica.
È forse per questa ragione che è stato proclamato patrono dei pubblicitari?
Esattamente. Morì tra l’altro all’Aquila nel 1444, città in cui si trovava proprio perché vi stava diffondendo il nome di Gesù. Appena sei anni più tardi, nel 1450, venne canonizzato da papa Niccolò V.
Tornando al monogramma YHS, cosa significa?
Comparse per la prima volta nel III secolo, queste tre lettere sono la sintesi del nome “Gesù”, scritto però alla greca o alla latina, per cui lo possiamo trovare con la iniziale “I”, “Y” o “J”. Talvolta sopra l’ “H” viene rappresentata una croce. Alcuni – ma l’ipotesi non pare troppo affidabile – sostengono che, con l’iniziale “I”, rappresenti l’acronimo della frase latina In Hoc Signo (vinces), “(sotto) questo segno vincerai”, scritta divenuta celebre poiché apparsa a Costantino in una visione, o almeno questo è quanto affermò l’imperatore stesso.
Che portata ha, invece, il “nome” nella sacra Scrittura?
La Bibbia sottolinea diversi aspetti del nome, sia umani che divini, fino ad arrivare a quello di Gesù appunto, di origine ebraica, Yehosua, contratto talvolta in Joshua, che significa “Dio salva” o “Dio è salvezza”, e che la liturgia celebra come memoria facoltativa il 3 gennaio.
«Ti chiediamo, Bernardino, nel nome di Gesù, di trasmetterci almeno un po’ del tuo coraggio nel diffondere quel nome “che è al di sopra di ogni altro nome” (Fil 2,9)»
Recita
Cristian Messina, Danela Santorsola
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri