San Giustino (1 giugno)
«O Dio, che hai donato al santo martire Giustino una mirabile conoscenza del mistero di Cristo, attraverso la sublime follia della Croce, per la sua intercessione allontana da noi le tenebre dell’errore e confermaci nella professione della vera fede». In questa preghiera Colletta, della sua memoria, c’è sintetizzata tutta la storia di Giustino.
Cosa sappiamo di lui?
Nato all’inizio del II secolo in Samaria, precisamente a Sichem, chiamata in epoca romana Flavia Neapolis (cioè Nuova Città dell’imperatore Flavio), oggi Nablus, Giustino fu il primo esempio conosciuto di maestro laico cristiano. La sua conversione passò attraverso le correnti della filosofia pitagorica, aristotelica e neoplatonica, ma, insoddisfatto di ognuna di esse, si ritirò in un luogo solitario in riva al mare. Qui incontrò un uomo, al quale aveva confidato tutta la propria delusione, che gli disse che la sua sete di sapienza sarebbe rimasta insoddisfatta senza la luce divina.
Cosa fece in seguito a quest’incontro?
A trent’anni circa si convertì, forse a Efeso, dopo di che si trasferì a Roma, dove aprì una scuola filosofica con lo scopo di approfondire il cristianesimo. È in questo periodo, intorno all’anno 150, che si rivolge all’allora imperatore Antonino Pio, famoso per vantarsi della sua cultura filosofica, per esporgli la prima delle due Apologie, nelle quali cerca di presentare la nuova religione in termini filosofici.
Qual è il contenuto di questi scritti?
Tali testi sono documenti preziosissimi, poiché ci parlano del cristianesimo in quell’epoca, proprio nel momento in cui andava formandosi: parla ad esempio di come venivano celebrati i riti liturgici, in particolare il Battesimo e l’Eucarestia. Ma dipingono anche la filosofia greca come un' anticipazione del cristianesimo stesso: se la prima è verità ricercata (dall’uomo), il secondo è verità rivelata (da Dio). In tal senso Socrate, anch’egli messo a morte dai suoi concittadini, potrebbe essere interpretato come una figura anticipatrice di Cristo. Oltre a queste due opere ne scrisse altre, su tutte Dialogo con Trifone, aspra polemica antigiudaica, una serrata discussione sull’interpretazione dei testi messianici dell’Antico Testamento.
Come e quando morì Giustino?
Pagò cara la sua appartenenza alla Chiesa: a Roma venne denunciato, perché cristiano, da quello che si riteneva un filosofo cinico, Crescenzio, con il quale aveva disputato a lungo. Lo stesso magistrato chiamato a giudicarlo era un filosofo stoico. La sua morte ci è narrata dagli Atti del suo martirio, subìto insieme ad altri compagni. Al prefetto Rustico, che gli chiedeva se si immaginasse davvero di salire in cielo dopo la morte, Giustino rispose: «Non me lo immagino, ma lo so esattamente e ne sono sicurissimo».
Donaci Signore, per intercessione di Giustino, il desiderio di cercare sempre e ovunque Te, unica verità, insieme al coraggio di non abbandonarti dopo averti trovato, insieme alla certezza che, se ti abbiamo trovato, è perché Tu ti sei lasciato trovare..
Recita
Riccardo Cenci, Gennj Fabbrucci
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri