Natività di San Giovanni Battista (24 giugno)



Natività di San Giovanni Battista (24 giugno)
«..questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile..» (Lc 1,36). Con queste parole della scena dell’annunciazione, avvenute tre mesi prima, inizia la solennità di oggi. 25 marzo, 24 giugno e 25 dicembre sono tre date strettamente unite tra loro: il 25 marzo l’angelo annuncia a Maria che darà alla luce l’Emmanuele, dicendole anche che pure sua cugina Elisabetta è incinta, e già di sei mesi; tre mesi dopo, il 24 giugno, nasce Giovanni; il 25 dicembre infine, ovvero nove mesi dopo l’annunciazione, Gesù “viene ad abitare in mezzo a noi”.

Quando nasce questa festività, e perché del Battista si celebra anche la nascita nella carne?
Giovanni, che in Italia è patrono di ben sessantasei città e paesi, e il cui nome significa “Dio è propizio”, “il Signore dà grazia”, é l’unico, assieme a Gesù e a Maria, di cui si festeggi non solo la nascita al cielo, come facciamo per tutti i santi, ma anche il “compleanno”. E questo ci dice già la sua immensa grandezza, tanto che Gesù stesso non esita a definirlo «il più grande tra i nati di donna» (Lc 7,28). Sappiamo poi – grazie a Sant’Agostino – che tale festa si celebrava in Africa già nel IV secolo. Il vescovo d’Ippona ci dice a riguardo: «Sembra che Giovanni sia posto come un confine tra due Testamenti, l’Antico e il Nuovo.. per quanto riguarda l’Antico, nasce da due vecchi. Per quanto riguarda il Nuovo, viene proclamato profeta già nel grembo della madre..».

Quindi il Battista fa come da spartiacque tra i due Testamenti?
Esattamente. Egli è l’ultimo profeta, e non a caso gli evangelisti lo dipingono con i tratti di Elia: veste una tunica di pelli animali, nutrendosi di miele e cavallette. È anche, però, il primo apostolo, cioè “inviato”, in quanto precede il Messia e gli rende testimonianza. «Egli è colui del quale sta scritto – è ancora Gesù a parlare di Giovanni – “Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti al tuo volto egli preparerà la tua via..» (Lc 7,27).

È dunque il precursore, colui che precede..
Sì, ma per capirlo occorre fare un passo indietro: il suo ruolo di “apripista” è già evidente ancor prima che egli nasca. Ancora nel grembo della madre, infatti, già sussulta. Nasce sei mesi prima di Gesù, otto giorni dopo viene circonciso e gli viene dato il nome di Giovanni. Egli era figlio di genitori di stirpe sacerdotale, in più il padre Zaccaria era un sacerdote del tempio. Logico pensare che da grande lo sarebbe diventato anche lui.. e invece no. Il suo spirito contestatore è evidente già da questo fatto: si stabilisce nel deserto di Giuda, a sud-est di Gerico, vicino al fiume Giordano, in cui – intorno all’anno 27 – diventa un influente predicatore battista.

In che senso battista?
«Era un uomo saggio.. Attorno a Giovanni si erano riunite molte persone che erano molto entusiaste e lo ascoltavano..». Con queste parole il celebre scrittore Giuseppe Flavio, che conosceva bene i battisti, descrive Giovanni. Il battesimo di quest’ultimo è una forma di rigenerazione per preparare l’incontro col Messia di Dio. Ma il battista, o ancor meglio “battezzatore”, è così convincente che alcuni si chiedono se non sia egli stesso il Messia!

Cosa s’intende esattamente per “Messia”, dato che era una figura così attesa?
La parola “messia” deriva dall’ebraico mashîah, “unto”, che il greco traduce con christós, cristo. Fino all’XI secolo a.C., il popolo d’Israele accettava come suo re soltanto Dio. Quando tuttavia la nazione comincia a prender corpo, la gente inizia a chiedersi se non sia il caso di avere un re come i popoli vicini, così chiede anch’essa un re. Il compromesso è il seguente: Israele avrà un re, ma sarà “unto”, segno cioè della predilezione divina. Una personalità autorevole del popolo versava in pratica dell’olio sulla testa del prescelto, ricordandogli che, penetrando nella sua pelle, tale olio sarebbe diventato segno del fatto che lo Spirito di Dio era entrato in lui. Ciò avvenne per Saul, Davide, Salomone, e via dicendo..

Ma come s’inserisce Gesù in questo tipo di attesa?
Al momento in cui Gesù nasce, i capi religiosi avevano tutt’altra idea del Messia, tanto che quando un figlio di falegname, della sperduta borgata di Nazareth si presenta, la gente non riconosce in lui l’“unto di Dio”, l’inviato che salverà il suo popolo. L’attesa di un Dio diverso da come ce lo immaginiamo, o da come lo “pretendiamo”, è tuttavia qualcosa che riguarda ogni uomo di ogni tempo, noi compresi. In ogni caso il fascino del Battezzatore fu così grande che toccò Gesù stesso, che vide nel cugino un uomo di Dio, tanto da rimanergli accanto per un po’ di tempo. Non solo, è tra i seguaci di Giovanni che scelse i suoi primi apostoli.. (cfr. Gv 1,35-40).

Giovanni è tra l’altro proprio colui che indica l’Agnello di Dio..
Infatti. Questa sua capacità di riconoscere e indicare il nostro Salvatore, la ritroviamo ogni volta nella Messa, precisamente nel momento in cui chi presiede la celebrazione dice: «Beati gli invitati alla cena dell’Agnello, ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo». Ognuno di noi ha bisogno di un Giovanni che gli indichi Gesù. E ognuno di noi, a suo modo e con i doni che il Signore gli ha fatto, è chiamato ad “indicare” Gesù a chi gli sta accanto, a fare cioè il Giovanni della situazione.

Si diceva prima del fascino che probabilmente ha avuto Gesù nei confronti di Giovanni.. in cosa si somigliano i due?
In molti aspetti. I Vangeli sinottici dipingono non a caso la figura del Battista e il suo messaggio con i tratti stessi di Gesù, e questo secondo il principio giudaico per cui “l’inviato è come l’inviante”. Tradotto: ognuno di noi è chiamato ad imitare il Battezzatore perché egli è imitazione di Cristo. Ciò corrisponde al principio di rappresentanza: chi rappresenta qualcuno o qualcosa, ad esempio una ditta, svolge il ruolo di rappresentante, colui che è inviato “in nome di”. E il “nome”, nella Bibbia, sappiamo bene che indica la persona stessa tutta intera. Per cui il rappresentante “rende presente” chi lo ha inviato!

Chiediamo, Giovanni, la tua intercessione, e ti preghiamo con le parole che proclamiamo ogni mattina quando, con tuo padre Zaccaria, ricolmo di Spirito Santo, riconosciamo in te il precursore: «E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade..» (Lc 1,76). Donaci Giovanni di saper riconoscere Gesù nelle pieghe delle nostre semplici giornate, e di saperlo indicare a chi, talvolta senza saperlo, lo cerca con cuore sincero.

Recita
Massimo Alberici, Simona Mulazzani

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Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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