La storia di San Sabino (11 Dicembre)
Oggi, 11 dicembre, ricordiamo San Sabino di Spoleto.
Un uomo umile, un credente semplice, ma con un cuore così saldo da diventare luce per tutta la sua città.
Sabino non era un vescovo, né un grande predicatore.
Era un uomo di campagna, conosciuto per la sua bontà e la sua saggezza tranquilla.
La sua fede nasceva lì, tra la terra lavorata e il silenzio dei campi.
Nel suo tempo, essere cristiani significava rischiare la vita.
E quando l’imperatore pretese che tutti adorassero gli dèi pagani, Sabino capì che la sua fede doveva parlare senza paura.
A Spoleto avevano eretto una grande statua di Ercole.
Tutti dovevano inchinarsi.
Sabino si avvicinò…
E, davanti allo sguardo incredulo della folla, la fece cadere a terra.
Fu un gesto semplice, ma decisivo: il sì definitivo della sua vita a Cristo.
Lo arrestarono, lo torturarono, lo rinchiusero in cella.
Eppure Sabino non smise di essere ciò che era:
un uomo buono.
In prigione consolava chi aveva paura, pregava per i suoi persecutori e continuava a mettere pace dove c’era odio.
Si racconta che, quando morì, una luce riempì la sua cella.
Come se il cielo avesse voluto dire:
“Sabino, hai custodito la fede dei piccoli. Ora vieni nella mia gioia.”
San Sabino ci insegna che la santità nasce nelle cose semplici:
nella fedeltà quotidiana, nella mitezza, nel coraggio silenzioso di scegliere il bene.
E che ogni gesto fatto con amore diventa un seme di luce nel mondo.
Signore Gesù,
ti ringraziamo per la testimonianza umile e forte di San Sabino.
Donaci il suo coraggio semplice,
la sua mitezza,
la sua fede che non si vergogna di te.
Rendici capaci di scegliere il bene anche quando costa,
di portare pace dove c’è tensione,
e di rimanere fedeli a te nei piccoli gesti di ogni giorno.
San Sabino,
uomo della terra e del cielo,
prega per noi
e accompagna il nostro cammino.
Amen.
Recita
Federica Lualdi, don Franco Mastrolonardo
Musica di sottofondo
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Testo elaborato con IA