
Note biografiche di San Cornelio, centurione romano (20 Ottobre)
Oggi festeggiamo il Centurione romano. Ma chi era questo “centurione romano”?
Era un soldato, anzi, un comandante! Guidava cento uomini dell’esercito di Roma. Indossava un’armatura lucente, aveva un elmo d’oro e una voce forte, ma dentro di sé aveva un cuore buono e pieno di compassione.
Cosa lo fece incontrare con Gesù?
Un giorno il suo servo più caro si ammalò gravemente. Il centurione gli voleva bene come a un figlio e non sopportava di vederlo soffrire. Allora sentì parlare di Gesù, che guariva i malati, e decise di chiedergli aiuto.
E cosa disse a Gesù quando lo incontrò?
Disse una frase bellissima, che ancora oggi ripetiamo a Messa:
“Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.”
Gesù si meravigliò di una fede così grande! Un soldato pagano, che non era ebreo, aveva capito meglio di tanti altri chi Lui fosse davvero.
E cosa accadde dopo?
Mentre il centurione tornava a casa, alcuni servi gli corsero incontro gridando: “Il tuo servo è guarito!” Era vero! Gesù lo aveva guarito con la forza della sua parola, senza neanche toccarlo.
E poi, lo incontrò ancora Gesù?
Sì. Qualche tempo dopo, il centurione fu chiamato a sorvegliare una crocifissione. Forse non sapeva chi fosse il condannato, ma quando vide Gesù salire sulla Croce, non riuscì a distogliere lo sguardo.
Cosa vide quel giorno sul Calvario?
Vide un uomo innocente che non rispondeva al male con il male, ma pregava per i suoi nemici. Vide il cielo oscurarsi e la terra tremare. E in quel silenzio pieno di mistero, sentì che Gesù era davvero Figlio di Dio.
E cosa disse il centurione in quel momento?
Con gli occhi pieni di lacrime e il cuore spalancato, pronunciò le parole più vere della sua vita:
“Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”
Fu la sua professione di fede, fatta non con la spada, ma con il cuore.
Perché la Chiesa lo ricorda ancora oggi?
Perché il centurione ci insegna che anche chi sembra lontano da Dio può incontrarlo, basta guardare Gesù con occhi sinceri. È il santo del “cuore che si apre” davanti alla Croce.
Gesù,
tu che hai parlato al cuore del centurione,
guarda anche me quando sono confuso o spaventato.
Donami occhi che sanno riconoscerti,
anche nel dolore,
e un cuore che sa dire:
“Davvero tu sei il Figlio di Dio!”
Amen.
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Filippo Ondedei, Filippo Concordia
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Testo elaborato con l'ausilio della IA