Note biografiche di Santa Teodora di Rossano (28 Novembre)
Chi fu Teodora di Rossano e da dove veniva?
Secondo la tradizione, Teodora nacque a Rossano (in Calabria) alla fine del IX secolo, figlia di due genitori — Eusebio e Rosalia — descritti come “nobili e onesti ma non troppo agiati”. Così le sue origini sociali sono modeste e segnate da una certa umiltà economica, ma in un paese, che nel tempo era divenuto un centro importante del monachesimo e della cultura bizantina in Calabria.
In che situazione storica e culturale si trovava Rossano — e come questo contesto influenzò Teodora?
Nel periodo in cui visse Teodora, Rossano era parte di una Calabria profondamente influenzata dalla presenza bizantina. La regione era immersa nel flusso del monachesimo italo-greco (o “basiliano”), fiorente grazie a monaci esuli da altre terre che portavano con sé liturgia, spiritualità e cultura orientale. In questo ambiente — che intrecciava cristianesimo, tradizione bizantina, coesistenza culturale e spirituale — la scelta di una vita monastica per una donna come Teodora assume un significato particolarmente forte: è la decisione di consacrare la propria esistenza a Dio in un mondo dove convergevano influenze diverse, e di far parte di una comunità che cercava una profonda vita spirituale.
Come e quando Teodora scelse la vita monastica? E quali furono i suoi primi passi verso la consacrazione?
Secondo le fonti — in particolare la “Vita” del suo contemporaneo San Nilo da Rossano, redatta dal suo discepolo — Teodora fin da giovane decise di consacrare la sua verginità a Dio. All’età di quindici anni entrò come monaca in un monastero femminile di Rossano — spesso identificato come il monastero di “San Opoli” o “Arenario”. Qui, in un contesto monastico secondo la regola dei Basiliani, iniziò un cammino ascetico e spirituale, che la portò a una crescente maturità nella fede, nella preghiera e nella virtù.
Quale fu il ruolo di Teodora nella comunità monastica? E qual era la sua relazione con San Nilo?
Teodora fu in un primo momento “consigliera e guida materna” di San Nilo, quando lui era ancora giovane. Quando Nilo trasse fama di saggezza e santità, Teodora, con umiltà, accettò di divenire sua discepola: cioè non cercò gloria personale, ma riconobbe in lui un maestro spirituale per approfondire la sua stessa vocazione. Successivamente, le fu affidata la guida di una nuova comunità: fu nominata abbadessa del monastero dedicato a Sant'Anastasia a Rossano (che in seguito divenne l’attuale Oratorio di San Marco). In tale ruolo, Teodora divenne “maestra di vita monastica” per molte giovani, diventando un riferimento per la spiritualità, l’austerità, la preghiera e l’ascesi nella Calabria bizantina.
Quali erano le caratteristiche della sua spiritualità e della sua vita da badessa? Cosa la distingueva?
Dal profilo che emerge dalla tradizione, Teodora era descritta come “vergine molto veneranda”, “vegliarda santa e molto prudente e saggia”: cioè una donna di profonda virtù, stabilità interiore e saggezza. La sua scelta era radicale e “ascetica”: implicava rinunce, disciplina, preghiera, vita comunitaria e guida spirituale — in un’epoca in cui la vita monastica femminile era difficile e spesso marginalizzata. Inoltre, la sua figura emerge come significativa per la memoria religiosa e spirituale di Rossano — una donna che seppe incarnare in sé l’eredità del monachesimo bizantino, interpretandola con prudenza, carità e dedizione.
Quando e come morì Teodora? E quale memoria le è stata riservata nella tradizione cristiana?
Teodora morì il 28 novembre 980 a Rossano, probabilmente nella comunità che aveva fondato o guidato. La sua memoria liturgica è fissata al 28 novembre dal Martirologio Romano. Tuttavia, va detto che le fonti sono poche e frammentarie: la maggior parte delle informazioni viene da testi come la “Vita di San Nilo”, scritta nel XI secolo da San Bartolomeo il Giovane, che conobbe la comunità di Rossano. Per questo motivo, molti aspetti della sua vita — come il luogo preciso della tomba, o dettagli minuti della sua comunità — restano nel mistero, soggetti a interpretazione.
Perché la vicenda di Teodora ci parla ancora oggi — cioè qual è il valore della sua testimonianza?
La storia di Teodora è significativa perché offre un ritratto di donna monaca e badessa in un’epoca — il X secolo — in cui la Calabria era un crocevia di culture, spiritualità bizantina e tradizioni cristiane. La sua scelta di vita, la sua guida fermentata nella preghiera e nella carità, rappresentano una testimonianza concreta di santità “quotidiana”, non fatta di grandi miracoli, ma di costanza, umiltà, fedeltà a Dio.
Inoltre, nel contesto attuale, riscoprire figure come Teodora — spesso “dimenticate” — significa restituire alla memoria locale e cristiana un patrimonio di spiritualità: come scrivono oggi alcuni intellettuali calabresi, la sua figura è “frammento di infinito” radicato nel territorio.
Infine, il suo esempio — insieme a quello di monaci come San Nilo — testimonia come nel Mezzogiorno medievale si sia costruita una forma di spiritualità e cultura che ha contribuito a forgiare l’identità religiosa e culturale del mondo italogreco-bizantino.
Santa Teodora,
donna di preghiera e di sapienza,
tu che hai cercato Dio con cuore puro
e hai guidato molte anime alla luce di Cristo,
accompagna anche noi nel cammino quotidiano.
Ottienici pace, discernimento
e la gioia di servire il Signore
con umiltà e fedeltà.
Proteggi la città di Rossano
e tutti coloro che ti invocano.
Intercedi per noi davanti a Dio.
Amen.
Recita
Alessia Fantini, Rachele Nicoletti
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