Isaia 56,1-3a.6-8 con il commento di Luca Tentoni



Dal libro del profeta Isaia 
Is 56,1-3a.6-8 

Testo del brano
Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi». Beato l’uomo che così agisce e il figlio dell’uomo che a questo si attiene, che osserva il sabato senza profanarlo, che preserva la sua mano da ogni male. Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: «Certo, mi escluderà il Signore dal suo popolo!». «Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocàusti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli». Oracolo del Signore Dio, che raduna i dispersi d’Israele: «Io ne radunerò ancora altri, oltre quelli già radunati».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Goldberg Variations. BWV 988-10. Variatio 9 a 1 Clav. Canone alla terza. Kimiko Ishizaka. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Luca Tentoni

Meditazione
Cosa lega la parola sabato, con diritto e giustizia? Sinteticamente, diritto è la parte teorica, mentre giustizia ne è l’attuazione. Esse esprimono il rapporto che lega l’uomo a Dio: «(Abramo) credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia (Gn 15,6)», ma indicano pure il rapporto che lega l’uomo al suo prossimo, come appunto leggiamo nei libri profetici. Riferito all’uomo, il termine giustizia indica il compimento della volontà di Dio, l’ascolto della sua parola, come è detto nei Vangeli nei confronti di Giuseppe, lo sposo di Maria: «Giuseppe.. era uomo giusto (Mt 1,19)». Giuseppe si trova all’improvviso a fare i conti con la volontà di un Dio che cambia in un istante tutti i progetti umani. Pianificazione naturale, di un uomo che vede coronare il sogno di condividere tutta la vita con la sua giovane promessa sposa, immagina una casa, dei bambini, una vecchiaia serena. Ma a un tratto il progetto umano svanisce: prima che andassero a vivere insieme, Maria si trovò incinta. Quale decisione si può prendere? Cosa dice il diritto? La legge ebraica cosa prevede? Una denuncia pubblica avrebbe come conclusione una pubblica lapidazione. Ma egli è un «uomo giusto»: la fede lo spinge a cercare la volontà di Dio anche nei momenti più difficili. Per noi che conosciamo il finale è facile. Indossiamo i panni di Giuseppe. La sua giustizia lo rende buono: non vuole accusare Maria pubblicamente, ma decide di ripudiarla in segreto. Egli è giusto perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dal Signore. Legge con realismo il quadro degli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. Proprio quando tutto pare svanito, è un sogno a ridare il senso di ciò che stava accadendo. L’angelo del Signore gli affida una missione inaspettata: prendere con sé Maria come sua sposa, prendersi cura di lei, e dare un nome al bambino che nascerà. L’angelo si rivolge a lui chiamandolo per nome e cognome: «Giuseppe, figlio di Davide». Innanzitutto è questo l’appellativo che passerà a indicare colui che nascerà come il Figlio di Davide e dunque erede della promessa della discendenza messianica annunciata dai profeti. Ma questo bambino avrà anche un nome proprio che indicherà la sua missione: Gesù, che significa “Dio salva”. Accettando questa missione, Giuseppe si ritrova ora a essere protagonista del più grande progetto che tutti i giusti di Israele avevano sempre sognato: portare a compimento la storia della salvezza. Custodire Gesù con Maria, significa salvaguardare l’intera creazione, proteggere ogni persona, specialmente la più povera, la più fragile, allo stesso tempo è custodire noi stessi. E il sabato? Prendo spunto da uno splendido libro Il Sabato di Abraham J. Heschel: «Tutto quello che occorre per santificare il tempo è Dio, un’anima, e un momento». Nei giorni lavorativi lottiamo con il mondo, in cui è lo spazio a dettare le “regole”; per gli ebrei il sabato, il settimo giorno in cui cercano di dominare l’io, stando in umiltà davanti a Dio, presenza nel tempo. La gioia del possesso è forse un antidoto al terrore del tempo, che sfugge via tra le mani. Non c’è santità nello spazio. Dio è ovunque, non può essere in un luogo preciso. A nessun oggetto dello spazio viene attribuito il  carattere della santità come per il tempo: «Ricordati del giorno di sabato per santificarlo (Es 20,8)». Il Sabato è anticipazione del mondo futuro. In questo giorno i credenti sono chiamati a partecipare a ciò che è eterno nel tempo, a entrare nel mistero della creazione. Il Sabato è gioia: «li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera», santità e riposo; la gioia è parte di questo mondo, la santità e il riposo sono del mondo futuro. Giuseppe si è lasciato plasmare dal sabato. Ha celebrato con gioia ogni sabato. Ha lottato contro quello che non induce alla misericordia. Ha permesso all’eterno di entrare nel nostro tempo e spazio. «Beato l’uomo che così agisce.. che preserva la sua mano da ogni male». Amen.

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