Isaia 38,1-6.21-22.7-9 con il commento di Manuel Semprini



Dal libro del profeta Isaia
Is 38,1-6.21-22.7-8 

Testo del brano
In quei giorni Ezechìa si ammalò mortalmente. Il profeta Isaìa, figlio di Amoz, si recò da lui e gli disse: «Così dice il Signore: “Da’ disposizioni per la tua casa, perché tu morirai e non vivrai”». Ezechìa allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore dicendo: «Signore, ricòrdati che ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho compiuto ciò che è buono ai tuoi occhi». Ed Ezechìa fece un gran pianto. Allora la parola del Signore fu rivolta a Isaìa dicendo: «Va’ e riferisci a Ezechìa: “Così dice il Signore, Dio di Davide, tuo padre: Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime; ecco, io aggiungerò ai tuoi giorni quindici anni. Libererò te e questa città dalla mano del re d’Assiria; proteggerò questa città”». Isaìa disse: «Si vada a prendere un impiastro di fichi e si applichi sulla ferita, così guarirà». Ezechìa disse: «Qual è il segno che salirò al tempio del Signore?». «Da parte del Signore questo ti sia come segno che il Signore manterrà questa promessa che ti ha fatto. Ecco, io faccio tornare indietro di dieci gradi l’ombra sulla meridiana, che è già scesa con il sole sull’orologio di Acaz». E il sole retrocesse di dieci gradi sulla scala che aveva disceso.

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Goldberg Variations. BWV 988-10. Variatio 9 a 1 Clav. Canone alla terza. Kimiko Ishizaka. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Manuel Semprini

Meditazione
Il re Ezechìa è malato a morte e l’oracolo che il profeta Isaìa gli riferisce per ordine del Signore non lascia alcuno spiraglio di speranza: «tu morirai e non vivrai» (v. 1). Il re reagisce allora con un rifiuto e inizia a pregare, protestando la propria rettitudine e la propria fedeltà, fino alle lacrime. Dio non rimane impassibile e ordina a Isaìa di proferire un contro-oracolo. Egli prolungherà la vita al re. Non solo, libererà Gerusalemme e la proteggerà dall’Assiria. La promessa di guarigione è accompagnata da un segno portentoso: Dio sposta il sole in modo che torni «indietro di dieci gradi l’ombra sulla meridiana» (v. 8). L’episodio è chiaro, come altri episodi biblici di guarigione. Il Signore è sensibile alle nostre preghiere, si muove a compassione quando lo invochiamo con cuore sincero. È un padre misericordioso, che non ci pensa neanche un minuto a cambiare il destino di un uomo, se gli rivolge una richiesta autentica di aiuto. Gesù l’ha ribadito con le sue guarigioni, che non sono mai soltanto semplici risanamenti del corpo, bensì occasioni di salvezza dell’anima. Rivolgersi a lui significa in fondo affidarsi a una volontà che desidera soltanto il nostro bene. Tuttavia, il Signore ci rammenta anche che questo bene solo da lui proviene: non è un frutto destinato a marcire o un miraggio indirizzato a svanire, ma è un dono incorruttibile e certo. È il regalo del nostro natale, della nostra rinascita alla vita eterna.

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