Isaia 49,8-15 con il commento di Manuel Semprini



Dal libro del profeta Isaia
Is 49,8-15 

Testo del brano
Così dice il Signore: «Al tempo della benevolenza ti ho risposto, nel giorno della salvezza ti ho aiutato. Ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo, per far risorgere la terra, per farti rioccupare l’eredità devastata, per dire ai prigionieri: “Uscite”, e a quelli che sono nelle tenebre: “Venite fuori”. Essi pascoleranno lungo tutte le strade, e su ogni altura troveranno pascoli. Non avranno né fame né sete e non li colpirà né l’arsura né il sole, perché colui che ha misericordia di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d’acqua. Io trasformerò i miei monti in strade e le mie vie saranno elevate. Ecco, questi vengono da lontano, ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente e altri dalla regione di Sinìm». Giubilate, o cieli, rallégrati, o terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri. Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Goldberg Variations. BWV 988-10. Variatio 9 a 1 Clav. Canone alla terza. Kimiko Ishizaka. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Manuel Semprini

Meditazione
Il legame con gli altri si manifesta in differenti modi. Sicuramente, ci appare evidente nel nostro restare vicini, nelle nostre premure, nella cura che dimostriamo nel coltivarlo e nel proteggerlo. Quando questo legame viene a mancare, per allontanamenti involontari o per scomparse improvvise, che cosa sopravvive? All’inizio si può sentire ancora nel nostro cuore sconnesso un battito rivolto all’altro, ma poi, col trascorrere impassibile del tempo, quello stesso cuore può deludersi, chiudersi, indurirsi, fino a dimenticare. L’esilio di Israele è stato lungo, così come è lungo a volte il nostro errare. Per questo motivo, possiamo perdere fiducia, ci sentiamo soli e abbandonati, giriamo a vuoto come tanti criceti in gabbia. Eppure, le parole di Isaia dicono proprio il contrario. Dio non ci ha abbandonato, Dio non si è dimenticato di noi, perché è nel ricordo che vive l’amore, nella memoria ha la sua dimora. Se non ci ricordassimo delle persone a noi care, come potremmo affermare di amarle davvero? I ricordi ci aiutano a mantenere vivi e reali i legami passati e quelli presenti. La vita è memoria che colma ogni frattura e la vita eterna è memoria senza lacune o crepe: una casa incorruttibile dove ci ritroveremo tutti a condividere i nostri ricordi, i nostri cuori, il nostro amore.

 

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