Isaia 4,2-6 con il commento di Luca Tentoni



Dal libro del profeta Isaia
Is 4,2-6 

Testo del brano
In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione, come una tenda sarà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera e contro la pioggia.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Goldberg Variations.BWV 988-10, Variatio 9 a 1 Clav. Canone alla terza. Kimiko Ishizaka. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Luca Tentoni

Meditazione
Sembra che Isaia ci racconti una favola, e sarebbe tale se non fosse invece profezia. C’è la storia dell’umanità, quella che conosciamo tutti, basata sulle apparenze, nella quale si prendono decisioni con molta leggerezza, i poveri restano poveri, gli oppressi restano oppressi. Questa è la storia e come l’uomo l’ha trasformata attraverso le proprie scelte sbagliate, causate da quel peccato che ci portiamo appresso dalle origini. Una storia di vicende in cui si narrano vittorie e sconfitte, liberazioni e prigionie, idolatrie e fedeltà alle Dieci Parole. Un continuo ripetersi nel tempo di situazioni favorevoli o contrarie. Lo scandire cronologico pare ripetersi senza un senso e forse potremmo davvero, come fanno tanti, disperarci per una storia così. Il profeta intravede una speranza nel futuro, un “tempo di grazia” che modificherà il cammino della storia. «Il germoglio del Signore», sarà «frutto della terra»: potrebbe indicare le benedizioni di Dio elargite sulla Terra, su Adamo (“terriccio”), rappresentante dell’umanità intera. «Il germoglio del Signore» oppure nella TOB (Traduzione ecumenica della Bibbia) leggiamo «ciò che farà germogliare il Signore»; quindi, non solo il germoglio, Gesù, l’inviato di Dio, ma tutti coloro che insieme a lui germogliano in una vita nuova. Deve essere chiaro: non è una fotocopia di quella precedente. La prospettiva di una rigenerazione è rivolta dal profeta al «resto di Israele», ai sopravvissuti alla catastrofe e all’esilio; ma da questo resto è venuto il nuovo popolo di Dio, al quale anche noi apparteniamo. In questo contesto celebriamo l’annuncio profetico di un “nuovo giardino”, nel quale i frutti saranno copiosi e soddisferanno ampiamente tutti: ecco il dono della salvezza! La fedeltà alla sua Parola è l’elemento discriminante. Gli elementi visivi indicano momenti difficili per il popolo d’Israele: il sangue versato, il soffio del giudizio e quello dello sterminio. La fedeltà ci permetterà, come per chi a quel tempo rimase ancorato in Sion, di celebrare la rigenerazione della Terra. Il luogo scelto da Dio per abitarvi, il monte dell’incrocio e dell’abbraccio tra Dio e l’uomo, sul quale troviamo ancora oggi parti del tempio, il cuore del santuario veniva chiamata “la tenda dell’incontro” o luogo dell’assemblea dei figli di Israele, il luogo dell’incontro e dell’abbraccio dell’uomo con Dio. I superstiti, coloro che hanno ricevuto la Vita, saranno chiamati santi (v.3): la santità è un attributo esclusivo di Dio, ma Egli ci vuole rendere partecipi della sua stessa persona, della sua vita. La sua gloria «sarà sopra ogni cosa come protezione», come ai tempi dell’Esodo; tenda e rifugio, ovvero il “baldacchino nuziale” per tutti coloro che egli ama. Un matrimonio ebraico sotto il “baldacchino nuziale” è un’unione di due anime attraverso la quale la sposa, l’umanità resa santa dal Signore, e lo sposo Dio, stringono un rapporto reciprocamente vincolante, sia dal punto di vista spirituale che legale. Lo Spirito e la Legge, uniti non più esteriormente, ma interiormente (Rm 8,1-4). Attraverso quelle parole Isaia ci ricorda che la vita vera si trova solo nel Signore, il quale ci ama, ci ascolta, ci cambia, la conversione appunto, affinché portiamo frutti nuovi, quelli dello Spirito, quell’innesto regalatoci per mezzo del sacrificio di Gesù. Quei frutti magnificenti sono come ci ricorda san Paolo nella lettera ai Gàlati: «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (5,22). Dovremmo solo darci da fare. 

 

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