Isaia 58,1-9a con il commento di Manuel Semprini



Dal libro del profeta Isaia
Is 58,1-9a 

Testo del brano
Così dice il Signore: «Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce come il corno, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: “Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?”. Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”». 

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Goldberg Variations. BWV 988-10. Variatio 9 a 1 Clav. Canone alla terza. Kimiko Ishizaka. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Manuel Semprini

Meditazione
Ecco un altro attacco di Isaia all’ipocrisia del popolo di Israele, del suo culto vuoto e superficiale. Dio è stanco dei digiuni e delle mortificazioni vissuti solo di facciata, senza vera adesione, senza autentica offerta di sé. Dio non si nutre di riti falsi o abitudinari. Le offerte che gradisce sono le nostre scelte per il bene dei fratelli. Piuttosto che «usare sacco e cenere per letto», preferisce che noi siamo in grado di «rimandare liberi gli oppressi». Dobbiamo agire per la giustizia divina e non per il nostro tornaconto. Combattiamo le ingiustizie, condividiamo quanto abbiamo con chi ha poco o niente, prendiamoci cura di quelli che soffrono. Questi ammonimenti ricordano quanto afferma Gesù nel Vangelo di Matteo, nel suo ultimo discorso rivolto al giudizio finale: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,34-36). Le indicazioni sono precise, sta a noi seguirle.

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