Assunzione della beata Vergine Maria (15 agosto)
Nel giorno in cui tutti festeggiano il Ferragosto, ovvero le “ferie” (nel senso di feste) di questo mese, la Chiesa celebra una delle tre solennità dedicate alla Madre di Dio, forse la più importante.
Sappiamo che con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus del 1° novembre 1950, papa Pio XII ha definito il dogma dell’assunzione in cielo di Maria in anima e corpo, ma cosa esprime esattamente questa proclamazione?
Dogma, innanzitutto, è una parola greca che possiamo tradurre con “decisione, opinione”, ed è una chiara presa di posizione da parte della Chiesa, che enuncia in maniera autoritaria qualcosa, sottolineandone l’importanza per ogni singolo fedele. Per quanto riguarda lo specifico contenuto di questa solennità, lasciamocelo spiegare dalle parole del Prefazio della Messa odierna, una bellissima preghiera che, rivolta a Dio Padre, dice: «Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo.. è stata assunta nella gloria del cielo. In lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza. Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita».
Davvero una super sintesi di questo grande mistero! Potremmo tuttavia riassumerla ulteriormente?
Certo, affermando che l’Assunzione in cielo della Madonna rappresenta e anticipa il destino di ogni credente, ovvero il compimento del mistero pasquale. Possiamo immaginare, per usare una metafora sportiva, un podio sul quale saliranno gli atleti dell’intera storia umana: il gradino più alto sarà ovviamente occupato da Gesù, colui che con la sua morte-risurrezione ci ha “recuperati” tutti, se così possiamo dire; quindi Maria, la prima creatura da lui “recuperata”; infine ogni credente, che “in” Cristo e imitando Maria si è accaparrato la medaglia di bronzo. La Vergine è pertanto modello di fede per ogni uomo, la prima ad appartenere a Cristo, ad essere cioè, come il Figlio, completamente in comunione con Dio. Ha insomma “bruciato le tappe”. Questa è, teologicamente parlando, l’“assunzione di Maria in anima e corpo”. La Madonna, in altri termini, è l’immagine perfetta dell’umanità divinizzata.
Tornando alla storia, quando nasce come celebrazione?
Maria compare per l’ultima volta nel Nuovo Testamento nel Cenacolo, attorniata dagli apostoli nel giorno di Pentecoste. Della sua morte, invece, non sappiamo nulla. Il termine più antico che allude alla conclusione della sua vita terrena è “dormizione”, col quale si indica una festa orientale celebrata già nel VII secolo. Con “dormizione” si allude al fatto che non è morta, e non a caso il luogo di sepoltura dei cristiani è chiamato cimitero, dal greco “dormitorio”. Tra noi e Maria c’è però una differenza importante: a noi è dato di attendere il paradiso, mentre Lei c’è già! Tornando alle fonti, un testo apocrifo narra che morì circondata dagli apostoli e che, nel momento della sepoltura, le apparve Gesù, il quale la risuscitò, dopo di ché una schiera di angeli la portò in paradiso. Sempre nel VII secolo, poi, fu proprio un papa proveniente dall’Oriente, Sergio I, ad introdurre in Occidente tale solennità, cambiandole il nome in “assunzione”. In alcuni luoghi, infine, tale festa è chiamata invece “transito”, per sottolineare il medesimo concetto.
Le letture dell’Eucarestia di questo giorno sono un po’ difficili, poiché utilizzano una simbologia complessa, forse un po’ distante dalla nostra mentalità attuale..
Il Lezionario di oggi è in pratica costruito su tre antitesi: la prima lettura, tratta dal libro dell’Apocalisse (11,19; 12,1-6a.10), sottolinea il contrasto tra bene e male, ossia tra il Figlio e il drago; nella seconda invece (1Cor 15,20-26) san Paolo evidenzia il binomio vita-morte; il Vangelo di Luca (1,39-56) infine, ha come epicentro il canto del Magnificat e mette in luce il contrasto tra povertà e potenza. Di tutti questi brani quello più difficilmente decifrabile è senza dubbio Apocalisse, che utilizza un genere letterario intriso di simbologia. Presenta Maria, e la Chiesa di cui è madre, nello scontro storico che ogni giorno si compie su questa terra. Eccola allora nelle vesti della «donna vestita di sole», che incarna anche il popolo di Dio, avvolto dal sole delle promesse divine (cfr. Sal 89,37-38), cioè dalla vita eterna. Questa donna ha la meglio sulla corruttibilità e la contingenza di questo mondo, simboleggiato dalla luna, che oltre ad essere l’unità di misura del tempo per gli orientali, è accomunata non a caso al serpente, che per via del suo cambiar pelle è associato appunto al nostro satellite. La «corona di dodici stelle» rimanda al giorno di Pentecoste e al simbolismo del numero dodici, che allude prima alle tribù d’Israele, quindi agli apostoli, dunque alla Chiesa stessa.
Perché celebriamo questa solennità proprio il 15 agosto, e cosa significa concretamente questa “ascesa al cielo”?
La data è legata alla dedicazione di una chiesa mariana di Gerusalemme, mentre per quanto riguarda il verbo ascendere è bene anzitutto precisare che l’Assunzione di Maria è da leggersi in parallelo con l’Ascensione di Gesù. In secondo luogo va interpretata attraverso la mentalità simbolica comune ad ogni cultura, e a quella biblica in particolare. Da sempre, infatti, l’uomo colloca Dio e il paradiso (il luogo che “gli è proprio”) in alto, nel cielo e, viceversa, le potenze demoniache e il luogo ad esse deputato in basso. Inferno significa non a caso, “che sta sotto”. Entrare in comunione con Dio non può dunque essere che una “elevazione”, un’ “ascensione”. E questo perché, val la pena ribadirlo, l’uomo è un essere verticale, destinato cioè verso l’Alto!
Ci affidiamo Maria, alla tua materna intercessione, e ti chiediamo di insegnarci l’arte del sapersi mettere da parte, liberandoci dalla nostra autosufficienza e dai quotidiani idoli che inseguiamo su questa terra, per potere essere con te, e dopo di te, assunti in Dio.
Recita
Massimo Alberici, Simona Mulazzani
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri