Maria, madre di Dio
«Oggi festeggiamo l’inizio dell’anno.. (il) Capodanno non è motivato dalla natura.. Non è stata.. nemmeno la Chiesa a istituirlo, ma si è riallacciata – e solo con esitazione – ..nell’ordinamento romano del tempo.. è un giorno dovuto alla convenzione: ci si è accordati nello stabilire che il primo gennaio dovesse aver inizio il nuovo anno».
Con queste parole il teologo Romano Guardini ci ricorda le radici di questa festa civile, una convenzione, come dice lui, che però ha ben altro da dirci.
Ma cosa c’entra allora questa festa con Maria?
Per noi cristiani, tuttavia, accanto al calendario civile scorre quello liturgico, e in quest’ultimo incontriamo la solennità di “Maria Madre di Dio”. Alla Madonna – dal latino mea domina, “mia signora”, termine col quale nel Medioevo venivano chiamate le donne nobili – la liturgia dedica nel corso dell’anno ben quattro solennità, due feste e otto memorie. A livello celebrativo solo Cristo ha più spazio. E nella celebrazione odierna, benché dedicata a Maria, il vero “centro” è comunque Gesù: “Maria Madre di Dio” ci ricorda infatti che «Colui che nessuno ha mai visto», ad un certo punto della storia ha voluto mostrarsi, assumendo la condizione dei suoi interlocutori. Ecco che questo meraviglioso progetto aveva bisogno di una Donna e del suo “Sì!”.
Se la divina maternità veniva celebrata dai fedeli già nel III secolo, come testimonia la più antica preghiera mariana a noi giunta, il Sub tuum presidium, la recente riforma del calendario ha riportato al 1° gennaio questa festa, che dal 1931 veniva celebrata l’11 ottobre, a ricordo del concilio di Efeso, che nel 431 aveva sancito solennemente Maria come Theotókos, “Madre di Dio”.
«I bambini, appena nati – dice Papa Francesco – incominciano a ricevere in dono.. Gli atti dell’amore.. attraverso il dono del nome personale, la condivisione del linguaggio, le intenzioni degli sguardi, le illuminazioni dei sorrisi. Imparano così che la bellezza.. accetta la diversità dell’altro, lo riconosce e lo rispetta come interlocutore. E questo è amore, che porta una scintilla di Dio!».
Come avrà vissuto Maria questo stupendo scambio? Con quale dolcezza, o preoccupazione, o timore, o stupore, chiamava il piccolo “Gesù”? In che modo gli avrà insegnato a parlare? Quante volte lo avrà guardato e gli avrà sorriso.. sapendo che quel bimbo, il suo bambino, era al tempo stesso Figlio di Dio. Qualcosa di incredibile già solo da immaginare!
Ma Gesù, che è Dio, aveva forse bisogno di una mamma?
«Il sentimento di essere orfani che sperimentano oggi molti bambini e giovani – prosegue il vescovo di Roma – è più profondo di quanto pensiamo.. “le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. Sono esse a testimoniare la bellezza della vita”. Senza dubbio, “una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale. Le madri trasmettono spesso anche il senso più profondo della pratica religiosa: nelle prime preghiere, nei primi gesti di devozione che un bambino impara.. Senza le madri, non solo non ci sarebbero nuovi fedeli, ma la fede perderebbe buona parte del suo calore semplice e profondo».
Se Dio si è fatto pienamente uomo in Gesù, allora sì, anche lui aveva bisogno di una mamma, e che mamma! Una mamma che, colmo dei colmi, ha perfino insegnato a Dio a pregare!?!
Ma torniamo alla riflessione di Romano Guardini sul 1° gennaio: «Un anno è trascorso, un frammento di vita è passato.. vi sarebbe motivo per ciascuno di interrogarsi su che cosa sia accaduto per lui nel corso d’esso: nascita, incontro e morte, gioia, sofferenza, guadagno e perdita. E del pari, che cosa abbia combinato con quel tempo..».
Se ieri sera il tempo era mascherato da baldoria, oggi è vestito di noia e malinconia.. ma perché?
«(Perché) nella notte passata – prosegue Guardini – gli uomini in fondo hanno avuto paura, vale a dire timore del finire, e l’hanno ricoperto con lo spettacolo.. Gli uomini vivono la loro esistenza come qualcosa di transitorio: perciò cercano di trattenerla.. (ma qual è) l’idea di me che Dio ha? ..Che cosa ha voluto fare mediante me? Lo posso conoscere? (sì, accettandomi) così come sono».
E’ quello che ha fatto Maria, accettando di essere niente popò di meno che la “Madre di Dio”.
Insegnaci allora, Mamma nostra, ad accogliere il meraviglioso disegno che il Padre ha su ciascuno di noi, e accompagnaci in questo anno, pezzo di vita che ci viene nuovamente donato.
Recita
Riccardo Cenci, Federico Fedeli, Giulia Tomassini
Musica di sottofondo
Arrangiamento con chitarra di Gabriele Fabbri