Epifania del Signore
Se il 25 dicembre il mondo pagano sottolinea la figura di Babbo Natale, ecco che oggi compare la sua controparte femminile: la Befana. Accanto al vecchietto portatore di doni non poteva mancare la vecchietta – molto conosciuta in Italia, ma poco all’estero – anch’essa con la sua gerla ricolma di dolci o carbone, a seconda del comportamento tenuto da chi li riceve.
Befana è evidentemente la corruzione lessicale di Epipháneia, dal greco “manifestazione”.
Ma manifestazione di cosa?
Il termine indicava anticamente l’arrivo trionfale di un re o di un imperatore, ma anche l’apparizione di una divinità o un suo intervento prodigioso. Questa festa, nata in Oriente, sottolineò da subito la rivelazione della divinità di Cristo in tre momenti successivi: al mondo pagano attraverso l’adorazione dei magi, ai Giudei col battesimo nel Giordano, ai discepoli con il miracolo alle nozze di Cana. Un modo energico per sottolineare che Gesù è venuto “per tutti”.
In che modo e in che cosa, potremmo allora chiederci, Dio si manifesta oggi nella nostra vita? Quali sono i “segnavia” che ci conducono a Lui e che incontriamo nella nostra personalissima e inimitabile storia? La risposta a queste domande avrà il volto di persone precise, momenti di grazia e luoghi per noi importanti.
Qual è il significato dei doni portati dai tre Magi?
Dalla prima lettura, tratta dal profeta Isaia, ascoltiamo che molte genti verranno portando oro e incenso (cfr. Is 60,6), mentre il Vangelo aggiunge la mirra. Il simbolismo è significativo: oro come ad un re, incenso come ad un Dio, mirra come ad un uomo, una gomma resinosa e profumata che comparirà di nuovo nella Passione (cfr. Mc 15,23 e Gv 19,39).
Papa Francesco afferma che questa festa ci mostra un duplice movimento: da una parte quello di Dio verso il mondo, verso l’umanità, dall’altra quello degli uomini verso Dio, evidenziato dall’esistenza delle diverse religioni, dalla ricerca della verità, della pace, della giustizia e della libertà. Il punto d’incontro di questa duplice attrazione, di questo doppio movimento è Gesù! Una specie di grande magnete che attrae tutti a sé, al punto da dar vita alla più grande processione della storia. Dice infatti Benedetto XVI: «Origene, Agostino, Tommaso d’Aquino, Pascal, Newman, Francesco d’Assisi, Elisabetta d’Ungheria, Vincenzo de’ Paoli, Massimiliano Kolbe.. potremmo citare una serie infinita di nomi..», ai quali è successo ciò che è accaduto ai magi: hanno trovato la stella!
Tornando ai magi, chi erano quei tre che la gente non avrà di certo esitato a prendere in giro?
Lasciamo che a rispondere sia sempre il vescovo emerito di Roma: «non erano sicuramente né maghi intenzionati a impossessarsi di Dio e del mondo, né astronomi nel significato che oggi la scienza dà a questo termine, né astrologi desiderosi di sondare i misteri del futuro e di vendere la conoscenza che ne avrebbero potuto trarre..
Erano persone convinte che la firma di Dio è riportata nella creazione e che noi dobbiamo (e possiamo) tentare di decifrarla.. Erano persone che andavano alla ricerca di Dio e quindi.. di se stesse».
La vita di ciascuno di noi, potremmo dire, si gioca dunque tra Erode e i magi: se da una parte siamo dei cercatori di Dio, dall’altra dobbiamo fare continuamente i conti con la tentazione di pensarlo come un rivale, qualcuno cioè che pone dei limiti alla nostra libertà. Dio allora – è il caso di ribadirlo con forza – non è come, e forse nemmeno dove, ce lo immaginiamo..
Come fare allora per vederlo e trovarlo come e dove Egli è davvero?
Forse occorre cercare la sua stella col cannocchiale del cuore. Se è vero che le moderne macchine per osservare il cielo sono poste là dove c’è totalità di buio intorno, dobbiamo allora saperci isolare, seguendo la stella più luminosa: la Parola di Dio, forse l’unica davvero capace di portarci da Lui.
Donaci, Signore, la purezza del cuore e dello sguardo, rendici capaci di vedere oltre, perché sappiamo essere a nostra volta segnali stradali che conducono a te.
Recita
Federico Fedeli, Daniela Santorsola, Riccardo Cenci
Musica di sottofondo
Arrangiamento con chitarra di Gabriele Fabbri