Annunciazione del Signore
Cosa significa, oggi, festeggiare l’Annunciazione del Signore?
Anzitutto dobbiamo far luce sul testo di Luca, il quale ci parla di quel periodo di Maria che, oggi, chiamiamo adolescenza. Molto giovane e ancora vergine, è “promessa sposa” di Giuseppe. In quel tempo, a dodici anni, una ragazza poteva già essere promessa sposa ad un uomo, ma rimaneva nella casa dei genitori per un certo periodo, prima di iniziare la vita col futuro marito. In questa situazione, alla giovanissima Maria succede la più incredibile delle cose: le appare un angelo, parola che in greco significa “messaggero”, e le dice che sarebbe rimasta incinta per opera dello Spirito Santo. La sua gravidanza sarebbe stata causata cioè da Dio.
Come è avvenuto concretamente quest’incontro?
Difficile dirlo con precisione. Che si sia trattato di una visione, di un’audizione – cioè che abbia solo sentito una voce – o che abbia percepito questa presenza nel suo cuore, poco importa, ciò che conta è la disponibilità richiesta alla giovane, chiamata a collaborate a questa “assurda” proposta.
Nelle mitologie, molti dèi scendevano sulla terra per accoppiarsi con uomini e donne, per cui il risultato era la nascita di semidei come ad esempio Perseo, figlio di Zeus e Danae. La storia cristiana potrebbe essere quindi letta come il Signore che si innamora di Maria, e il frutto del loro amore è Gesù, un altro semidio.. e invece no!
Come si è espressa la Chiesa a riguardo, nel corso del tempo?
Il mistero dell’incarnazione ha davvero dell’incredibile, tanto che, su un piano puramente logico, dovremmo dire che se Dio ha una madre, ciò significa che ella precede il Creatore. Se Gesù è figlio di Dio, e Maria è madre di Dio, beh, allora la Vergine non è più solo madre ma anche nonna di Gesù!
Facciamo allora un passo indietro, e torniamo ad Alessandria d’Egitto, esattamente nel 320 d.C., dove un vescovo ha il coraggio di usare per la prima volta l’espressione: «colei che genera Dio». Più avanti, nel 428, il vescovo di Costantinopoli Nestorio contesterà quest’espressione, dando voce agli umani dubbi che possono albergare nella nostra razionalità: Maria è per lui solo la madre dell’uomo Gesù. Tre anni più tardi, nel 431, il Concilio di Efeso fisserà una volta per tutte che Maria è anche madre di Dio, perché in Gesù l’uomo è inseparabile da Dio!
«(Dio) – dirà più tardi san Leone Magno – (da) infinito, si lascia circoscrivere; esistente prima di tutti i tempi, comincia a vivere nel tempo; padrone e signore dell’universo.. prende la forma di un servo».
A proposito di “annunciazione”, la Bibbia non ne cita forse altre?
Esatto. Nella Scrittura troviamo infatti quella di Isacco (Gn 17,19; 18,10), di Mosè (Es 3-4), di Gedeone (Gdc 6,12-24), di Sansone (Gdc 13,3-22), dell’Emmanuele (Is 7,14), di Giovanni Battista (Lc 1,11ss) e, infine, corona di tutte queste annunciazioni, quella di Gesù.
L’angelo, tra l’altro, parla a Maria proprio con un linguaggio profetico, invitandola alla gioia e garantendole l’aiuto divino. E Maria, da parte sua, da credente qual’era, riconosce nelle parole del messo celeste i termini profetici che parlano del Messia, Colui che il popolo ebraico – Maria compresa – attendeva più di ogni altra cosa.
Come mai la festeggiamo proprio il 25 marzo, è una data casuale?
Niente affatto, anzi, è calcolata a ritroso: se il 25 dicembre celebriamo la nascita di Gesù, ecco che, anticipando i nove mesi della gravidanza, risaliamo al 25 marzo.
Dunque una festa molto importante, anzi, una solennità.
La portata di quanto successo, quel giorno di duemila anni fa, probabilmente ci sfugge.. Il “sì” di Maria rappresenta il vero “Big-bang” della storia: acconsentendo a quella pazzesca proposta, spazio e tempo non sono più stati gli stessi, ha permesso che Dio e l’uomo si toccassero come non mai. La più grande rivoluzione dell’umanità si è realizzata grazie alla disponibilità di una ragazzina!
E se quel giorno avesse detto di no? Inutile chiedercelo, ringraziamola piuttosto per il coraggio e la fede avuta, quella che le ha guadagnato un altro appellativo, quello di “Madre dei credenti”.
Questa vicenda ha dunque a che fare anche con la nostra fede?
Certo. Papa Francesco dice che «nella fede l’“io” del credente si espande per essere abitato da un Altro, per vivere di un Altro, e così la sua vita si allarga nell’Amore. Qui si situa l’azione propria dello Spirito Santo. Il cristiano può avere gli occhi di Gesù, i suoi sentimenti, la sua disposizione filiale, perché viene reso partecipe del suo Amore, che è lo Spirito».
Ti chiediamo Signore di donarci, per la materna intercessione di Maria, la sua disponibilità ad accogliere i continui “annunci” all’amore che ogni giornata ci riserva: donaci il coraggio e la fede di una Mamma così!
Recita
Stefano Gazzoni, Tiziana Sensoli
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri