Beata Vergine Maria Addolorata (15 settembre)
Con la memoria di oggi, cosa ricordiamo di Maria?
Con questa celebrazione di origine devozionale (e la devozione precede spesso la liturgia), ci associamo alla Madre di Dio nel momento in cui è associata, a sua volta, alla passione del Figlio. Appena ieri abbiamo infatti festeggiato l’esaltazione della santa Croce. Ce lo chiarisce molto bene la preghiera Colletta della Messa di oggi: «O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa’ che la santa Chiesa, associata con lei alla passione di Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione».
L’Eucarestia è allora scuola di sotto-missione alla Croce!
Esattamente. In quella di oggi viene tra l’altro proposto come sequenza, prima del Vangelo, lo Stabat Mater, una preghiera del XIII secolo attribuita al Beato Jacopone da Todi, che conosciamo soprattutto per il suo utilizzo durante la Via Crucis. Musicata da diversi compositori nel corso della storia, tra i quali Vivaldi, Haydn, Rossini, Verdi e tanti altri, così comincia: «Addolorata in pianto la Madre sta presso la Croce da cui pende il Figlio..» e prosegue «Chi può trattenersi dal pianto davanti alla Madre di Cristo in tanto tormento?», per poi unirsi alla sua sofferenza: «Restarti sempre vicino piangendo sotto la croce: questo desidero», fino ad invocare prima Maria («Nel suo ritorno rimani, o Madre, al mio fianco..»), infine il Figlio («O Cristo, nell’ora del mio passaggio fa’ che, per mano a tua Madre, io giunga alla meta gloriosa..»).
Un testo davvero bello e commovente..
Come belli e commoventi sono i vangeli che ci propone il Lezionario: o il capitolo 19 di Giovanni (19,25-27), in cui Gesù, sulla croce, affida Maria e lo stesso discepolo evangelista l’uno all’altra; oppure il capitolo 2 di Luca (2,33-35), nel quale il vecchio Simeone preannuncia alla Madonna che una spada le trafiggerà l’anima. San Bernardo commenta il primo brano dicendo: «Ti fu detto..: “Donna, ecco il tuo figlio”. Quale scambio! Ti viene dato Giovanni al posto di Gesù, il servo al posto del Signore, il discepolo al posto del maestro, il figlio di Zebedeo al posto del Figlio di Dio»; mentre sul secondo afferma: «Una spada ha trapassato veramente la tua anima.. Certamente dopo che il tuo Gesù.. era spirato, la lancia crudele non poté arrivare alla sua anima.. Ma a te sì. A te trapassò l’anima. L’anima di lui non era più là, ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare..».
Potremmo dire che una perfetta sintesi di tutto ciò è racchiusa nell’immagine della “pietà”?
È quello che hanno fatto ad esempio diversi artisti, su tutti Michelangelo, che ci ha regalato due capolavori: uno, più famoso, lo possiamo ammirare e contemplare all’entrata di San Pietro a Roma, l’altro al castello Sforzesco di Milano, la cosiddetta Pietà Rondanini, ritenuta dal celebre critico d’arte Vittorio Sgarbi il vero capolavoro del Buonarroti, e proprio perché incompiuto. La devozione popolare ha fissato inoltre i patimenti dell’Addolorata in sette episodi biblici: la già citata profezia di Simeone, la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù dodicenne al tempio, il tragitto verso il Golgota, la crocifissione, la deposizione dalla croce e la sepoltura.
Quando si ebbero invece le prime celebrazioni liturgiche?
Collocate nel ciclo pasquale, dal 1667 l’ordine dei Serviti ottenne l’approvazione di questa celebrazione, chiamata “dei sette Dolori della Vergine”. Papa Pio VII la collocò nel calendario romano e la spostò alla terza domenica di settembre, mentre Pio X fissò definitivamente la data al 15 dello stesso mese, riducendola però di grado, da festa a memoria, e cambiandole il nome.
«O Signore, che nella memoria della beata Vergine Addolorata ci hai fatto partecipi dei sacramenti della nostra redenzione, aiutaci a completare in noi, per la santa Chiesa, ciò che manca alla passione di Cristo, tuo Figlio» (preghiera Dopocomunione).
Recita
Cristian Messina, Gennj Fabbrucci
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri