Compagni di viaggio: Alfred Nobel (27 Novembre)



Alfred Nobel (27 Novembre)
«Nobel, Alfred Bernhard chimico, industriale e filantropo svedese.. Reso ricchissimo dai brevetti della dinamite (1866-67) e della balistite (1888), destinò per testamento la sua fortuna al finanziamento dei premi Nobel per i benefattori dell’umanità nei campi della fisica, chimica, medicina, letteratura, pace. Nel 1969 fu aggiunto il premio per l’economia». Questo è il profilo sintetico, tra i 35.000 delineati dall’Enciclopedia dei personaggi, riguardante il compagno di viaggio che celebriamo oggi. 

Come mai solamente e proprio quei campi sono oggetto di premiazione?
Se i primi tre riguardano le cosiddette scienze esatte – quelle cioè basate su misurazioni oggettive e riproducibili – , la letteratura è probabilmente capace di sintetizzare la cultura tout court, mentre la pace è quell’obiettivo cui ogni religione (e non solo) dovrebbe poter tendere, il filo invisibile che tutte accomuna. Quanto all’economia, beh, è l’idolo capace di muovere oggi più che mai l’intero globo terracqueo. Quattro di essi, tra l’altro, vengono assegnati da istituti svedesi, a differenza di quello per la pace che viene assegnato da un comitato eletto dal parlamento norvegese. La ragione, sconosciuta, forse si deve alla volontà di ammorbidire i rapporti, al tempo incrinati, tra i due paesi. Ma il più famoso dei premi non può essere compreso appieno al di fuori della storia che lo ha generato. Facciamo allora un passo indietro. Alfred Bernhard Nobel nasce a Stoccolma il 21 ottobre 1833. Figlio dell’ingegnere nonché inventore Immanuel Nobel – soprannominato “il Giovane” – e di Karolina Ahlsell, in seguito a gravi problemi economici la famiglia si trasferì a San Pietroburgo nel 1838 e, iniziando ad occuparsi di armamenti, il padre poté in qualche modo risollevare le sorti di moglie e figli. In Russia Alfred studiò tanto, riuscendo ad eccellere in primis nelle lingue e, come vedremo, nella chimica. Nel 1850 si diresse a Parigi dove, nei laboratori dello scienziato Théophile-Jules Pelouze, incontrò un discepolo di quest’ultimo, il chimico piemontese Ascanio Sobrero, che tre anni prima aveva  inventato la nitroglicerina. Nel 1852 andò quindi negli Stati Uniti, in cui brevettò il primo contatore a gas. 

Che ne fu del resto della famiglia d’origine?
Investendo nell’attuale Azerbaigian sull’estrazione della nafta, diventarono tra i più ricchi in campo petrolifero. Quattro anni dopo Alfred tornò in Europa, brevettando diverse migliorie per gli esplosivi: il primo detonatore “sicuro” (o quasi) nel 1863, e due anni più tardi il tappo di sabbiatura. Ma sarà il 1864 ad essere da lui tristemente ricordato, a causa di un gravissimo lutto: la morte del fratello Emil, che il 3 settembre rimase coinvolto in un’esplosione all’interno del suo laboratorio. Dopo altri incidenti causati dal continuo sperimentare con la nitroglicerina, Alfred riuscì a perfezionarsi in Germania, dando vita alla dinamite, il cui brevetto (in parte attribuito in seguito anche al già citato Sobrero) venne tuttavia depositato solo nel 1867. L’apertura di numerosi laboratori in diversi paesi – uno dei quali in Italia – , insieme a tantissimi brevetti di cui già era in possesso, lo rese ricchissimo: qualcuno ha stimato il suo patrimonio in 180 milioni degli attuali euro! Alla dinamite seguirono l’invenzione della gelignite prima e della balistite poi. 

A chi venne in mente di istituire il famoso premio che porta il suo nome?
Nel 1888 gli morì a Cannes il fratello Ludvig ma, per errore, un giornale francese scrisse che ad essere deceduto era Alfred! Non solo, al necrologio intitolato Il mercante di morte è morto la testata transalpina univa una durissima critica all’invenzione della dinamite: «Alfred Nobel – si leggeva – , che divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile, è morto ieri». L’erroneo articolo fece riflettere Alfred: come sarebbe stato ricordato dai posteri? Fu questo tormento interiore che, unito ai consigli della sua segretaria  Bertha von Suttner, lo portò a sottoscrivere il 27 novembre 1895 il suo celebre testamento, col quale istituiva i riconoscimenti che il futuro chiamerà premi Nobel. I suoi ultimi anni di vita furono dunque caratterizzati dai dubbi di coscienza circa le possibili applicazioni che l’arte bellica avrebbe potuto apportare alle sue scoperte.. Non solo, scrisse diverse poesie e drammi. Pur innamorato dal 1876 dell’austriaca Sofie Hess, scelse di non sposarsi mai, né di avere figli.

Considerato il tutto, possiamo dire che Alfred riuscì a “cadere in piedi” o, per usare una metafora calcistica, a “salvarsi in corner”..
Non proprio, o almeno non per tutti, i giudizi nei suoi confronti e sulla sua eredità sono infatti numerosi e contraddittori. Uno dei principali autori cattolici, lo scrittore e giornalista sassolese Vittorio Messori, nel suo Pensare la storia. Una lettura cattolica dell’avventura umana, ci va giù duro: «Tra le superstizioni che ci affliggono c’è la venerazione un po’ magica con cui si guarda a chi sia stato insignito del premio Nobel. Le scelte dell’Accademia di Svezia – precisa – sono circondate da un’aura sacrale, malgrado tutti sappiano che sono spesso frutto di compromessi geo-politici, di mode correnti, di pregiudizi confessionali, quando non di demagogia o di pura e semplice disinformazione.. Basta scorrere l’elenco dei premi dal 1901 per rendersi conto come gran parte delle scelte non abbia retto al tempo. Comunque, è tale il bisogno di “guru”, di “profeti” o, semplicemente, di “maestri” che, in mancanza di meglio, la cultura sedicente secolarizzata è costretta a riversare il suo bisogno religioso di oracoli sugli insigniti del Premio».

L’intellettuale emiliano non le manda certo a dire..
Decisamente no. Aggiunge infatti: «La storia, impietosa, ha mostrato che conviene ridere sì, ma dei nuovi profeti. E, con essi, del culto dello “specialista” che in questi anni si constata anche in ambienti clericali, presso tanti uomini di Chiesa i quali, prima di parlare e di prevedere, raccomandano di sentire gli “esperti”. E, se insigniti del Nobel, tanto meglio: il massimo della credibilità..». 

Chi altri si è cimentato nel ruolo di detrattore del premio più ambito?
Il 27 novembre 2014, ad esempio, Sara Zapponi firma per la rivista Focus un articolo intitolato La nascita del premio Nobel: una storia di armi, strafalcioni e ripensamenti. Scrive la giornalista: «La lista dei Nobel è come una sintesi della storia recente. Da Marie Curie a Rita Levi Montalcini, da Boris Pasternak a Ernest Hemingway.. (e) ogni premio rappresenta una stagione culturale, una scoperta rivoluzionaria, una svolta epocale. Ma.. Cosa nasconde il nome del suo inventore?».  Aggiunge poi che il suo “ravvedimento” ne richiama uno altrettanto noto: «Come Scrooge nel racconto Canto di Natale di Dickens, si dice che dopo qualche anno Nobel decise di cambiare il suo destino.. investire il resto del suo patrimonio e donare gli interessi sotto forma di premi a “coloro che, durante l’anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell’umanità”». La Zapponi ricorda inoltre che «Fu sempre Nobel a decidere di dividere i fondi in cinque premi corrispondenti a cinque diversi ambiti: fisica, chimica, medicina, letteratura e pace». Accenna quindi a uno spassoso aneddoto: «Si racconta che il testamento fu scritto così di getto che l’imprenditore chiese a quattro signori.. mai visti prima di firmarlo in qualità di testimoni».

Quando e dove si assegnano i premi?
Ogni anno, nel mese di ottobre, vengono resi noti i nomi dei vincitori, mentre la consegna dei premi ha luogo a Stoccolma e Oslo esattamente il 10 dicembre, anniversario della morte di Alfred. Se il primo venne assegnato nel 1901, dal 1968 la Banca di Svezia ne creò un quinto, come già ricordato, per le scienze economiche. «La sua storia – conclude tuttavia Sara Zapponi – ci insegna che non è mai troppo tardi per cambiare». Dello stesso avviso è il giornalista di Famiglia Cristiana Alberto Chiara, che in uno dei tanti 10 dicembre, quello del 2017, ha vergato l’articolo intitolato Alfred Nobel: inventò la dinamite, ma nel suo nome si tesse la pace. Scrive il Chiara: «Il 27 novembre 1895 – ragion per cui ne celebriamo la memoria oggi, ndr – , firmando le sue ultime volontà, lo scienziato svedese.. stabilì che con i proventi ricavati dai suoi brevetti ogni anno venisse riconosciuto il valore di chi aveva servito meglio l’umanità.. Aveva inventato la dinamite; creò il più prestigioso Premio sulla terra».

Come e quando morì? 
Nel 1896, mentre si trovava a Sanremo – in quella che poi verrà chiamata Villa Nobel – , ebbe un’emorragia cerebrale che ne causò il decesso. Le spoglie mortali riposano tuttavia nella sua Svezia, nel cimitero di Stoccolma. 

«Ti ringraziamo, Signore, per l’esempio lasciatoci da Alfred, forse uno dei tanti “Pietro” o “Disma” che, accortisi al pari di Giuda di averti tradito, sul far del tramonto della loro esistenza hanno tuttavia preferito l’amore alla morte; ciò che è giusto a ciò che è esatto; ciò che unisce a ciò che divide».

Recita
Patrizia Sensoli, Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

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