1Corinzi 15,1-11 con il commento di Edoardo Bianchini



Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi
1Cor 15,1-11 

Testo del brano
Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano! A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Aaron Kenny. Beneath the Moonlight. Diritti Creative Commons

Meditazione
Edoardo Bianchini. Recita Nicolò Bianchini

Meditazione
Perché diversi di noi sentono san Paolo molto vicino? A volte più di san Pietro stesso (giusto per fare un esempio tra due santi di notevole calibro!). Entrambi sono santi che ai loro tempi ne hanno combinate parecchie. Una frase del film State buoni se potete viene messa in bocca a san Filippo Neri, che dice: «se si sono salvati loro..». Se ci pensiamo un attimo è così. La nostra fede è così! Paolo. Persecutore. Apostolo. Santo. Il primo degli apostoli per conversioni. Se la Chiesa del tempo fosse stata una società, san Paolo, nel giro di due settimane, da perfetto sconosciuto, ne sarebbe diventato il CEO (l’amministratore delegato). Ma egli conosce bene la sua storia. E in questo brano noi comprendiamo come la sua storia sia il paradigma di ogni persona che riceve l’annuncio della Storia della salvezza. In quattro pennellate Paolo dipinge la radice, il nocciolo, il contenuto dell’annuncio cristiano: la storia di come Gesù ha salvato il mondo. Prima nel suo contenuto (vv. 3-7), e poi nella propria esperienza di salvato. Egli comprende che il suo passaggio da aborto ad apostolo passa attraverso tutta la stessa storia di fede, che egli annuncia nuovamente ad ogni membro della comunità di Corinto. Questo rende irremovibile anche la sua certezza che se il vangelo da lui annunciato rimane nella sua integrità, allora i “corinzi” si potranno salvare. E’ granitica questa sua certezza, come è granitica la sua fede. San Paolo non racconta di sé di avere fatto cose mirabolanti per arrivarvi. Il suo essere un tempo un aborto, la sua indegnità ad essere chiamato apostolo a causa delle sue persecuzioni, non sono state sorpassate, abbattute, dimenticate per un suo atto di forza. Egli lo dice chiaro e tondo: non ha faticato lui, ma la Grazia di Dio per lui. Troppo spesso noi pensiamo che i nostri fioretti, le nostre carità, le nostre privazioni siano una sorta di scorciatoia per sentirci cristiani “a posto”. Poi ci scontriamo inevitabilmente con mille scogli (qui a Riccione siamo al mare, ci capiamo..), difficoltà, stanchezze e non riusciamo a tenervi fede. Nel peggiore dei casi si va in crisi. Ci troviamo a sentirci degli “aborti della fede” e ci stiamo male. In quel mentre il tentatore arriva, per dirci: «non ne vale la pena, lascia stare, stai bene lo stesso, sei fatto così, Dio ti vuole bene lo stesso». E ha gioco facile. Certo, Dio ti vuole bene lo stesso. Anzi, Egli ti ama a prescindere. Ma forse è rattristato solo perché hai voluto fare da solo, di testa tua, per dimostrare chissà cosa a chissà chi, mentre Lui, proprio per te, ha abbracciato quella croce. Così “predica san Paolo”; così egli crede. Anche noi ogni domenica recitiamo il Credo, ma professiamo una sorta di fede che è altra, che non scalda. Invece dovremmo, proprio con quelle parole, professare il nostro credo in Gesù che ha patito, è morto, è risorto per farci esattamente come Lui. E lo ha fatto senza chiederci nulla! Don Oreste Benzi lo diceva sempre: «il cristianesimo è un grande sconto!». 

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