1Corinzi 8,1b-7.11-13 con il commento di Edoardo Bianchini



Dalla prima lettera ai Corinzi di San Paolo apostolo
1Cor 8,1b-7.11-13 

Testo del brano
Fratelli, la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica. Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere. Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idoli, noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c’è alcun dio, se non uno solo. In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra – e difatti ci sono molti dèi e molti signori –, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui. Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, fino ad ora abituati agli idoli, mangiano le carni come se fossero sacrificate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com’è, resta contaminata. Ed ecco, per la tua conoscenza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Aaron Kenny. Beneath the Moonlight. Diritti Creative Commons

Meditazione
Edoardo Bianchini. Recita Nicolò Bianchini

Meditazione
L’uomo è attratto dagli idoli,​ perpetuando quella disobbedienza che fu di Adamo ed Eva. Creato per amare e nell’amore di Dio preferisce​ andare a fare shopping al market degli idoli che ne propone in grande abbondanza e soggiacere alla loro azione: basta che mostrino ciò che l’uomo desidera di più, e facilmente lo corrompono, soppiantandone il cammino spirituale. Dalla carne scarificata agli idoli, al cammino spirituale. E’ un accostamento strano e la vita spirituale dell’uomo è la più grande migrazione che esista. In natura di grandi migrazioni animali, per quello che ci è dato conoscere in questa epoca, Dio ce ne dà abbondante esempio: le mandrie di caribù che tagliano le lande desolate del Canada, puntando a sud, terra feconda di cibo e di riproduzione; le file interminabili di elefanti che percorrono il Kalahari in cerca di acqua; gli spostamenti di zebre e gnu che insieme nella savana africana raggiungono i pascoli ancora verdi. Ma le loro migrazioni sono il luogo dell’incontro con i predatori, muoiono di fame, di sete e di stenti, si perdono e le malattie li decimano, ma vanno avanti lo stesso sino alla loro mèta, spinti dal primordiale bisogno. La vita spirituale dell’uomo è la più grande migrazione che esista. Siamo da sempre un progetto della sua mente, un progetto di assimilazione a Lui, con tanto di talenti, vita piena.. e siamo divenuti creazione. Ci pone in un Eden, in un giardino protetto e da custodire, senza alcuna fatica. Ci fa trovare gli strumenti per farlo: una zappa, una vanga, la bellezza di quattro fiumi per irrigarlo.. Ci consegna i nostri talenti perché abitandolo contribuiamo ad ingrandirlo e a renderlo più bello, ma soprattutto idoneo a starci insieme.. La donna, l’uomo e Dio stesso. Ma in questa elevazione spirituale costante della donna e dell’uomo, arriva l’idolo predatorio che facilmente ci separa da Dio e dal luogo dove Egli aveva deciso di vivere con noi. La vita spirituale dell’uomo è la più grande migrazione che esista. Servirebbe lo spirito dei grandi esploratori: Colombo, Magellano, Vasco de Gama, Marco Polo, Livingstone. No, non erano dei santi, anzi spesso erano servi dei loro idoli, del potere, dell’oro, ma li animava lo spirito di conoscenza, di coraggio e di indomita ricerca de’l'ignoto. Non si arrendevano mai, navigatori di mari sconosciuti,  condottieri di uomini e portatori di nuove idee che modellavano il mondo. Che ne è stato di questo spirito? Si è inaridito nella sola parte malvagia. È evidente che da soli assolutamente non potremmo farcela. Gli idoli sono troppo forti! L’unica possibilità che abbiamo per farcela è restare nel “Figlio di Dio, dal quale tutto proviene. E noi siamo per lui”. In Lui «esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui». La storia della Salvezza è tutta lì: se abita in Dio l’uomo, anche se malconcio per le tante battaglie sostenute, anche se debole, non potrà subire gli idoli e si salverà.

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