1Corinzi 9,16-19.22b-27 con il commento di Edoardo Bianchini



Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi
1Cor 9,16-19.22b-27 

Testo del brano
Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Aaron Kenny. Beneath the Moonlight. Diritti Creative Commons

Meditazione
Edoardo Bianchini. Recita Nicolò Bianchini

Meditazione
La metafora pugilistica di Paolo è una delle curiosità della Bibbia che mi ha sempre affascinato. Non credo dovremmo farci portare fuori strada, ovvero pensare se Paolo abbia usato tale metafora perché conoscesse a fondo le regole della “noble art” del tempo e/o se magari la praticasse. Ma se è vero che «non passerà neanche uno iota» (Mt 5, 18), allora dobbiamo prendere sul serio anche questo brano delle Sacre Scritture. Certo rimane una immagine cruda, soprattutto se si pensa che probabilmente, in questa citazione al mondo ellenico, Paolo rimanda agli himantes quali guantoni del tempo: delle semplici strisce di cuoio avvolte sulle mani e sulle braccia del pugile che sì, lo proteggevano dagli urti, ma facevano sentire completamente il corpo del colpito (il mondo romano, invece, già conosceva l’uso dei caesti.. più simili agli attuali guantoni). Sono più che convinto che l’immagine del “pugno” librato, come quella del corridore dedito alla conquista del premio, l’idea del sudore, della fatica, dell’allenamento abbiano una forza evocativa enorme. Paolo scrive ai Corinzi in modo accorato. Nel capitolo 1 al versetto 26 egli ci presenta una comunità semplice, ordinaria.. diciamo senza grandi eccellenze.. eppure Paolo li addita come «capaci di confondere il mondo». Credo sia la carta di identità di ogni nostra piccola/grande parrocchia! Ecco perché personalmente elevo questo brano ad essere uno dei più grandi manifesti presenti nella Bibbia destinati agli educatori (presbiteri, consacrate, catechisti, educatori dei ragazzi, sposi, genitori, laici impegnati). In realtà sappiamo bene quanto questo sia il compito di ogni cristiano battezzato, ma come vedremo al capitolo 12, non tutto è per tutti. Educatori nell’annunciare: guai se non annuncio il vangelo. E’ un incarico affidato, dice l’Apostolo. E’ quindi per l’educatore la vocazione ricevuta da chi “si fida di lui”. Educatori nella gratuità: non si annuncia per essere incensati. L’unica condizione ammessa per educare è la diakonìa: si è servi “buoni e fedeli” chiamati a rivestire quel compito dal “padrone di casa”. E siccome per grazia, non per merito, l’educatore vive già nella casa del padrone, il dono che si annuncia è gratis, perché gratis è stato ricevuto. Egli è “tutto per tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno”: una frase esplosiva. L’educatore non deve avere la presunzione di salvare tutti, ma ha l’incarico di salvare ad ogni costo qualcuno. E’ un incarico perentorio! Educatori nella verità: educatori non si nasce, si diventa, in una sequela. Non ci si improvvisa educatori. San Paolo è categorico: vuoi gareggiare? Vuoi evitare che i tuoi pugni vadano all’aria? Devi allenarti. Oggi più che mai abbiamo bisogno di essere preparati. Se non si vuole faticare nella formazione, si faccia altro. Chi viene salvato da Cristo per mezzo nostro, ha diritto che quel “mezzo” sia nella verità. Ricordandoci comunque sempre che per il cristiano la prima formazione (dare forma) che lo modella, è l’Eucarestia.

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