1Corinzi 3,1-9 con il commento di Marianna Pascucci



Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi
1Cor 3,1-9

Testo del brano
Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana? Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Aaron Kenny. Beneath the Moonlight. Diritti Creative Commons

Meditazione
Marianna Pascucci

Meditazione
Il comportamento sprezzante di Paolo verso gli intellettuali di Corinto, era ispirato non dal contenuto delle loro speculazioni, bensì dal fatto che la loro preferenza andasse al pensiero piuttosto che all’azione. Dal loro punto di vista la religione si riduceva al solo e unico pensare a Dio, mentre per Paolo assumeva un significato ben più profondo, quello di amare il prossimo come Dio ci ha amato. Per gli intellettuali abbracciare una nuova religione implicava solo un semplice cambiamento di pensiero, mentre per Paolo rappresentava la creazione di un nuovo mondo. Quello che questo brano fa emergere spesso accade anche nella mia vita e in quella di tante persone quando si perde quel legame che ci rende veramente seguaci di Cristo e si fanno strada dentro di noi gelosie, contese, fazioni che, senza farsi accorgere, si impadroniscono del nostro cuore. Signore, ti chiedo allora di aiutarci a considerare l’amore di Cristo come modello di ogni nostra parola e di ogni nostra azione, affinché, come dice Paolo, possiamo giungere a divenire «edificio di Dio».

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