1Corinzi 7,25-31 con il commento di Edoardo Bianchini



Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi
1Cor 7,25-31 

Testo del brano
Fratelli, riguardo alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia. Penso dunque che sia bene per l’uomo, a causa delle presenti difficoltà, rimanere così com’è. Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non andare a cercarla. Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele. Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Aaron Kenny. Beneath the Moonlight. Diritti Creative Commons

Meditazione
Edoardo Bianchini. Recita Nicolò Bianchini

Meditazione
L’incipit della lettera ai Corinzi ci aiuta a gettare uno sguardo diverso su questa prospettiva descritta, che di primo acchito potrebbe sembrare apocalittica, come se fossimo in uno di quei film drammatici di narrazione post atomica. Ricordiamo come nel capitolo 1 versetto 10 Paolo esprime tutta la sua preoccupazione per una comunità che è disunita e di questa preoccupazione egli ne fa il proprio compito, ponendolo all’origine di questa lettera. Però san Paolo non è semplicemente un guardiano preoccupato dei problematici eventi di questa effervescente comunità, ma egli ha pienamente coscienza di essere un apostolo: non si accontenta di rispondere alle.. menate (oggi diremmo così) dei giudei e dei greci: egli annuncia Cristo e questi crocifisso (cfr 1,22). Credo che in questo egli faccia pienamente centro anche rispetto a tutte le.. menate presenti nella nostra Chiesa attuale, ma – purtroppo – non è questo l’argomento. Attraverso questa chiave di lettura il testo dovremmo affrontarlo ora in un’ottica differente: il costante richiamo al «come se non» diventa una sorta di atteggiamento ontologico del cristiano. I valori umani, anche quelli più profondi, più costitutivi, le relazioni più profonde e importanti della società, non possono spostare l’attenzione del cristiano dalla sua verità più profonda: il consiglio di Paolo è posto in vista di un preservare i suoi «santificati in Cristo Gesù» (1,2) da qualsiasi cosa possa distrarli dalla coscienza che i cristiani sono degli «afferrati da Cristo», che in ogni caso il tempo è breve, che in ogni caso siamo destinati a lasciare questa scena, ma attenzione.. se così fosse, come mai un così lungo elenco di esempi e di raccomandazioni? San Paolo non è uno che va troppo per il sottile, è quasi un impulsivo. Le sue opere portano l’esuberanza di un apostolo innamorato della libertà degli uomini e di come questa libertà abbia trovato pieno compimento nella venuta di Gesù, cosa che ripetutamente lui ricorda essere successo in primis a lui. Trovo difficile credere che un così raffinato teologo si perda in inutili digressioni. Forse varrebbe la pena recuperare il significato etimologico di vergine, per aprire un altro diverso orizzonte interpretativo di questo brano. Una parola che parrebbe una sorta di sinolo tra vrg (una radice indoeuropea che indica “maturo”) e orgàs (dal greco “fertile”). Una corretta filologia non è argomento di questa riflessione, ma se accettiamo questo significato e la rappresentazione quindi tipica della ragazza che cresciuta, pronta alla procreazione, questo senso di “nuova vita”, di “rinascita” potrebbe essere l’orizzonte interpretativo di questo brano. Paolo ha preferenze per la verginità? Quale? Diventa facile comprendere come mai, come spesso ci sentiamo dire dai consacrati, anche chi fa la scelta celibataria non può esimersi dalla procreazione. Quante donne e uomini consacrati che conosciamo hanno “procreato”? Ma di quale procreazione parliamo? Ho immaginato spesso, di fronte a questo brano, san Paolo come un nonno delle nostre zone che parla al nipote, con quell’ironia/sarcasmo che “è il segreto della vita”: “ciò, dì.. se vuoi, sposati.. però..”. Anche quel «avranno tribolazioni nella vita, e io vorrei risparmiarvele» a pensarci distaccatamente ha un che di comico; sembrerebbe più una tipica battuta da bar tra mariti sulle rispettive mogli. Mi rendo conto che è una immagine poco teologica, ma la trovo di una umanità vissuta, piena e salvata. Proprio in questo trovo la bellezza e la potenza del messaggio di san Paolo: quel «come se non» splendido ci obbliga ad una lotta con noi stessi impressionante. Paolo ci dice: “lo sai che sei un peccatore.. E allora vivi come se non lo fossi, perché Cristo ti ha salvato!”. 

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