Geremia 30,1-2.12-15.18-22 con il commento di Auro Panzetta



Dal libro del profeta Geremia
Ger 30,1-2.12-15.18-22

Testo del brano
Parola rivolta a Geremìa da parte del Signore: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: Scriviti in un libro tutte le cose che ti ho detto. Così dice il Signore: La tua ferita è incurabile, la tua piaga è molto grave. Nessuno ti fa giustizia; per un’ulcera vi sono rimedi, ma non c’è guarigione per te. Ti hanno dimenticato tutti i tuoi amanti, non ti cercano più; poiché ti ho colpito come colpisce un nemico, con un castigo spietato, per la tua grande iniquità, perché sono cresciuti i tuoi peccati. Perché gridi per la tua ferita? Incurabile è la tua piaga. Ti ho trattato così per la tua grande iniquità, perché sono cresciuti i tuoi peccati. Così dice il Signore: Ecco, cambierò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore. Sulle sue rovine sarà ricostruita la città e il palazzo sorgerà al suo giusto posto. Vi risuoneranno inni di lode, voci di gente in festa. Li farò crescere e non diminuiranno, li onorerò e non saranno disprezzati; i loro figli saranno come un tempo, la loro assemblea sarà stabile dinanzi a me, mentre punirò tutti i loro oppressori. Avranno come capo uno di loro, un sovrano uscito dal loro popolo; io lo farò avvicinare a me ed egli si accosterà. Altrimenti chi rischierebbe la vita per avvicinarsi a me? Oracolo del Signore. Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio».

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
P.I.Tchaikovsky. The sick doll. G Major. Piano, Louis Sauter. Diritti Creative Commons. Musopen.org.

Meditazione
Auro Panzetta

Meditazione
È interessante notare che il brano cominci con l’indicazione data al profeta di scrivere un libro. Il tema della Parola e della sua conservazione scritta, celebrata in modo speciale dal popolo eletto, costituisce la testimonianza autentica della Sua rivelazione. La memoria delle parole del Signore deve diventare un’occasione di continuo alimento della propria fede, di consapevolezza della propria fragilità e motivo di stupore per le grandi opere compiute da Dio. Egli non nasconde la propria responsabilità per il male che ha colpito la casa di Israele a causa dei molti peccati compiuti, i più gravi dei quali sono da un lato l’idolatria, e dall'altro la riduzione ad una  ritualità utilitaristica del culto del Tempio. Dio dunque può compiere ciò che è oggettivamente male, anche se in funzione di un bene maggiore? Questa spinosa questione si risolve solo, se così si può dire, riconoscendo nelle vicende della storia una misteriosa volontà di bene che talora si mostra, ma a volte rimane segreta e che un giorno potremo comprendere pienamente. Anche nelle vicende drammatiche vissute da Geremia. Dio si è fatto  carico della responsabilità di guidare i cammini  tortuosi della storia. Se così non fosse, il male avrebbe  l’ultima parola come esito della libertà ferita dell’uomo, che vede il bene ma più spesso sceglie ciò che gli è contrario. Molti pensano di sollevare Dio da ogni implicazione attiva  negli accadimenti umani, credendo così di salvaguardarne la bontà e l’amore di Padre e, nello stesso tempo, di affermare la libertà dell’uomo. La pagina biblica dimostra una cosa diversa. Dio non solo permette che le nostre libertà spesso producano dolore e sofferenza, ma si fa carico di dare loro un orizzonte nuovo. Del resto una pedagogia educativa,  come sappiamo dall’esperienza genitoriale, implica talora anche indicazioni di crescita che potrebbero essere interpretate come dolorose imposizioni. Fatte le dovute proporzioni, la paternità di Dio si esprime in tutta la gamma delle sue risorse, laddove esse necessitino anche di un’apparente rigore. Certo questa interpretazione  può essere solo indicativa e non cancella i colori drammatici e tragici che la storia del popolo ebraico ci consegna. Ciò nondimeno, il testo ci porta a queste considerazioni che, sebbene non riescano ad illuminare completamente la misteriosa azione di Dio nella storia umana, costituiscono lo sfondo di tutta la predicazione profetica. Tuttavia Dio non dimentica le sue promesse, solamente la loro realizzazione disegna percorsi imperscrutabili, ma il loro esito è chiaro: cambiare il cuore del popolo e rinnovare l’antica alleanza, perché diventi la culla del Messia. Dio dunque guida il cammino della storia, sorvegliandone gli esiti in funzione di una alleanza mai venuta meno, perché Egli è fedele. Sebbene ci sfugga il disegno completo nell’economia della salvezza, certi snodi dolorosi della storia un giorno verranno compresi in un progetto più ampio, di cui ora scorgiamo solo i contorni, ma che la fede nel Dio che ci ha donato il proprio Figlio come primizia della nostra liberazione, ci permette di contemplare. Se consideriamo le parole del profeta Geremìa in questi brani che stiamo commentando quotidianamente, ci rendiamo conto che l’esilio diventerà un nuovo inizio, perché sarà proprio da coloro che torneranno  settanta’anni dopo, che verrà rifondata l’alleanza nel Dio d’Abramo. Il popolo che era stato sradicato dalla sua terra verrà in essa ripiantato e rinascerà da nuovi germogli: «Ecco, cambierò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore. Sulle sue rovine sarà ricostruita la città e il palazzo sorgerà al suo giusto posto. Vi risuoneranno inni di lode, voci di gente in festa». Una nuova aurora dopo un tramonto tragico. Ancora una volta ciò che sembrava impensabile accadrà per volontà di Dio, che realizza la sua Parola annunciata per bocca del profeta, in un tempo in cui l’orizzonte cupo degli avvenimenti non presagiva certo tale esito. Questo ci insegna ad avere una fede semplice e solida, fondata su di una Parola che non fallisce, perché il suo compimento ha  un nome che ci è caro: Gesù. Lui è la speranza che il cuore misericordioso di Dio ha donato, perché all’uomo sia dato un nuovo inizio.

 

 

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