Geremia 13,1-11 con il commento di Auro Panzetta



Dal libro del profeta Geremia
Ger 13,1-11

Testo del brano
Il Signore mi disse così: «Va’ a comprarti una cintura di lino e mettitela ai fianchi senza immergerla nell’acqua». Io comprai la cintura, secondo il comando del Signore, e me la misi ai fianchi. Poi la parola del Signore mi fu rivolta una seconda volta: «Prendi la cintura che hai comprato e che porti ai fianchi e va’ subito all’Eufrate e nascondila nella fessura di una pietra». Io andai e la nascosi presso l’Eufrate, come mi aveva comandato il Signore. Dopo molto tempo il Signore mi disse: «Àlzati, va’ all’Eufrate e prendi di là la cintura che ti avevo comandato di nascondervi». Io andai all’Eufrate, cercai e presi la cintura dal luogo in cui l’avevo nascosta; ed ecco, la cintura era marcita, non era più buona a nulla. Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: «Dice il Signore: In questo modo ridurrò in marciume l’orgoglio di Giuda e il grande orgoglio di Gerusalemme. Questo popolo malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie parole, che si comporta secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dèi per servirli e per adorarli, diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla. Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa d’Israele e tutta la casa di Giuda – oracolo del Signore –, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non mi ascoltarono».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
P.I.Tchaikovsky. The sick doll. G Major. Piano, Louis Sauter. Diritti Creative Commons. Musopen.org.

Meditazione
Auro Panzetta

Meditazione
Una cintura è al centro di questa metafora che illustra le conseguenze dell’orgogliosa pretesa di Israele di salvarsi senza ascoltare i consigli, gli ammonimenti e i richiami di Dio. Ancora una volta una logica umana apparentemente ragionevole si scontra con la lungimiranza e la volontà di Dio. Le trame politiche e le alleanze in funzione di una sopravvivenza storica del paese si dimostrano inefficaci, e poco avvedute, sullo scacchiere delle potenze regionali dell’epoca. È interessante rilevare come per noi oggi valga la stessa lezione: la miopia con cui guardiamo la realtà ci spinge a credere che la nostra volontà in fondo sia anche quella di Dio: difficile, se non impossibile allora, accettare il disegno che la provvidenza di Dio sta realizzando per noi.  Tornando   alla cintura, che è un richiamo ai legami sponsali tra Dio e il suo popolo, e più in profondità rivela allusioni sacerdotali, al profeta è chiesta un’azione  dimostrativa esemplare e comprensibile a tutti per la sua carica simbolica. La cintura che si stringe ai fianchi rimanda pure alla fedeltà che Isaia attribuisce al Messia come uno dei suoi caratteri distintivi, appunto quella fedeltà che Israele sembra avere smarrito, rincorrendo suggestioni di gloria e di potere umani, finendo per subire l’attrattiva di influenze religiose straniere: «Questo popolo malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie parole, che si comporta secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dèi per servirli e per adorarli, diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla». Ecco il punto: il popolo dell’alleanza che non riverbera più la gloria e la lode del proprio Dio viene rigettato. Gesù mettendo in guardia i suoi sulle difficoltà degli ultimi tempi accenna alla perseveranza nella prova, perché la fedeltà si nutre della perseveranza proprio quando la prova si fa più dura, a volte talmente ardua da non riuscire a cogliere un bagliore di speranza. Ma la perseveranza è un metodo, non uno sforzo fine a sé stesso, che svaluti la nostra facoltà di ragionamento e di discernimento. Dunque l’ordine gerarchico di ciò che vale nella nostra vita è indicato dalla relazione con ciò che di più caro noi abbiamo. L’affezione a Cristo ed alla sua Chiesa deve diventare il criterio del nostro cammino esistenziale e della nostra fede. L’amore ha bisogno per crescere di una reciproca dedizione, e la fedeltà ne è la premessa, ma pure la conquista finale. In tal modo sarà mutato il nostro modo di guardare il mondo, perché abbracciati al cuore di Gesù possiamo essere la sua corona di gloria. A questo proposito c’è un particolare dell’uso della cintura,  che indica il senso della relazione tra Dio e Israele: la cintura è un ornamento prezioso della veste e di colui che la indossa, in qualche modo un accessorio di cui si ha cura, che esalta la bellezza dell’insieme e di cui sono evidenti i riferimenti alla fecondità. In questa comune relazione, che comunque mantiene un ordine di proporzioni tra gli attori, Dio, attraverso il simbolo della cintura, sottolinea come la prosperità del popolo, non solo materiale, sia legata alla relazione d’amore ed alla lode dovuta al Signore della vita: «Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa d’Israele e tutta la casa di Giuda – oracolo del Signore –, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non mi ascoltarono». 

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