Atti degli Apostoli 4,32-37 con il commento di Caterina Busca

Dagli Atti degli Apostoli
At 4,32-37 

Testo del brano
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa “figlio dell’esortazione”, un levìta originario di Cipro, padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Orchestral Suite No.3 in D Major BWV 1068. Air on the third String. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione 
Caterina Busca

Meditazione
Caro Bàrnaba, “figlio dell’esortazione”, ma tu in cuor tuo sei sicuro di aver fatto la scelta giusta? No perché, con tutto il rispetto, hai venduto il tuo campo (e fin qui ti posso pure capire) e il denaro che hai ricavato lo hai consegnato a qualcun altro. E questo, questo per me è assurdo. Non era meglio investirlo? O chiedere un mutuo per comprarti un campo più grande? Non aveva forse più senso fare quella vacanza che sognavi da una vita, comprarti una moto, una barca, una casa? Ho almeno dieci modi diversi in cui potevi spendere meglio il tuo denaro. Regalarlo sicuramente non è tra questi. Sei impazzito, Bàrnaba? Ti hanno costretto? Sei il “figlio dell’esortazione”: ecco, io ti esorto a ripensarci. Cosa hai avuto in cambio, Bàrnaba? In un mondo in cui non si fa niente per niente non posso credere alla gratuità del tuo gesto. Aspetta. Se guardo meglio ti riveli il più grande affarista che il mondo abbia mai conosciuto: è vero che hai consegnato tutto il ricavato ma qualcosa in cambio l’hai ottenuto. Lo sapevo: niente è per niente. La tua ricompensa, Bàrnaba, è che non sarai solo mai più: ma sai che forse alla fine hai fatto bene? Perché il cuore di chi ha accolto Gesù batte allo stesso ritmo, diventa una musica: tanti cuori diventano un solo cuore, una moltitudine di anime diventa una sola anima. In cambio di poco hai ottenuto così tanto. Gesù ci chiede poco e in cambio di dà tanto: la promessa di trovare soluzione ad ogni nostro bisogno, le nostre ferite saranno curate, la nostra sete verrà placata, la nostra fame verrà saziata. Ognuno avrà quello che gli serve nella misura in cui gli serve. In cambio di niente di più di quello che abbiamo. Spogliarsi di tutto per ottenere il doppio.. anzi no, il triplo.. anzi no, il quadruplo! È inquantificabile quello che otteniamo perché inquantificabile è l’amore: non va misurato, non va meritato, non si divide mai ma si può solo moltiplicare. Però bisogna avere coraggio: qui sta l’inghippo. Tu Bàrnaba l’hai avuto, ma sai che cominci a starmi simpatico? Noi del mondo di oggi questo salto nel vuoto non siamo capaci di farlo: siamo soli, soli di una solitudine profonda, ma nella nostra solitudine ci abitiamo, abbiamo cominciato ad arredarla per sentirci a casa. Il coraggio, purtroppo, non ce lo abbiamo, perché figli di un mondo che ci ha insegnato la paura. Per questo Gesù non va più di moda: è vintage, passato, fine, stop, non ci piace. Anche se ci promette quello che tutti vogliamo e cerchiamo come matti: l’amore. Averlo sarebbe così facile, quanto sarebbe bello sentirsi “un solo cuore, una sola anima”. Ma quella solitudine ha messo radici profonde, faticose da estirpare. Mi piacerebbe tanto che non fosse così. Mi piacerebbe essere figlia di un mondo che insegna a credere, un mondo in cui la fede non è l’eccezione ma la regola. In cui l’amore è regalato. In cambio di niente di più di quello che abbiamo.