Ebrei 4,12-16 con il commento di Moreno Babboni



Dalla lettera agli Ebrei
Eb 4,12-16 

Testo del brano
Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto. Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Luminous Rain di Kevin MacLeod è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1100169
Artista: http://incompetech.com/

Meditazione
Moreno Babboni

Meditazione
E’ evidente che il messaggio contenuto nel testo è indirizzato agli ebrei in un linguaggio più consono per un  sacerdote della religione ebraica. E’ facile scorgere lo stile più normativo e, se si vuole, a volte  un po’ severo, che non trova lo stesso stile nel resto del Nuovo Testamento. La parola di Dio è la parola della Genesi, quella che, scaturita dalla bocca di Dio, ha creato tutte le cose del mondo. Questo rende la parola di Dio certamente viva, e capace di entrare all’interno delle sue creature nel percorrere le strade che portano  all’anima e allo spirito, ed anche nel corpo materiale dell’uomo stesso e nei suoi pensieri. Il testo dice che «non è possibile nascondersi» da Lui, e credo intenda che ogni separazione dal nostro Creatore non è possibile se non nella presunzione del nostro ego. Siamo usciti dalla sua bocca e gli apparteniamo. Siamo creature rese fragili dalla nostra ricerca di separazione da Dio, come nella vana ricerca di una autodeterminata libertà che è solamente un illusione diabolica. Non siano stati abbandonati in questa nostra vita stolta, ma il Dio creatore ha voluto recarci soccorso con la prova d’amore più grande, donando suo Figlio, reso sommo sacerdote uguale a noi nella nostra parte umana, ma privo del peccato. Riconosciamo questo incredibile dono d’amore del Padre che dona il Figlio, e del Figlio che dona la sua vita e sofferenza per noi. Possiamo solo allargare le nostre braccia e  stringerle con fede al nostro Salvatore.

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