2 Samuele 7,1-5.8b-12.14a.16 con il commento di Chiara Piscaglia



Dal secondo libro di Samuele
2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16 

Testo del brano
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’, e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Chiara Piscaglia

Meditazione
Il re Davide, ora che si è stabilito nella sua casa, è preoccupato di procurare una casa a Dio; chiama Natan per fargli notare il contrasto fra lui che è in una casa, e l’arca di Dio che sta sotto i teli di una tenda. In un primo momento Natan suggerisce al re di procedere a costruire una casa per Dio, poi invece è proprio il Signore che ha un suo pensiero da rivolgergli riguardo alla casa. Come prima cosa lo mette di fronte a tutto quanto il Signore ha fatto per lui, come se ne sia preso cura e abbia accompagnato la sua vita, da pastore di un gregge a re di un popolo. Gli ricorda che lo ha accompagnato dovunque, ha distrutto i suoi nemici e reso grande il suo nome. Ecco allora che la prima cosa che voglio fare oggi è mettermi davanti a Dio e chiedergli cosa dice a me, riguardo alla mia vita. Così come per Davide, anche a me Dio può dire: «ma ti vuoi preoccupare di essere tu a “sistemarmi”, magari dicendo la preghiera che hai fissato per oggi, ascoltando Pregaudio, o andando a messa? O facendo quel sacrificio o quel gesto di bene che ti sei proposta? Ricordati di cosa ho fatto io per te. Ti ho circondato dell’amore di tante persone che ti vogliono bene, ti ho fatto sperimentare che ci sono e ti accompagno, nei momenti belli e nei momenti difficili, ti ho fatto gustare la bellezza della condivisione e la gioia di donare, ti ho fatto vivere il calore di sentire che hai uno spirito in cui abito, che può essere nutrito e generare vita e gioia. Io darò a te una casa, io ti darò un discendente. Non ti preoccupare di restituirmi, di metterti in pari coi conti con me, accogli quello che ti dono, anzi, prima apri gli occhi e riconosci e guarda quello che ti ho donato e ti sto donando».

 

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