1Samuele 9,1-4.10.17-19; 10,1 con il commento di Paolo Vicini



Dal primo libro di Samuèle
1Sam 9,1-4.10.17-19; 10,1

Testo del brano
C'era un uomo della tribù di Beniamino, chiamato Kis, figlio di Abièl, figlio di Seror, figlio di Becoràt, figlio di Afìach, un Beniaminita, uomo di valore. Costui aveva un figlio chiamato Saul, prestante e bello: non c'era nessuno più bello di lui tra gli Israeliti; superava dalla spalla in su chiunque altro del popolo. Ora le asine di Kis, padre di Saul, si smarrirono, e Kis disse al figlio Saul: «Su, prendi con te uno dei domestici e parti subito in cerca delle asine». Attraversarono le montagne di Èfraim, passarono al territorio di Salisà, ma non le trovarono. Si recarono allora nel territorio di Saalìm, ma non c'erano; poi percorsero il territorio di Beniamino e non le trovarono. Quando Samuèle vide Saul, il Signore gli confermò: «Ecco l'uomo di cui ti ho parlato: costui reggerà il mio popolo». Saul si accostò a Samuèle in mezzo alla porta e gli chiese: «Indicami per favore la casa del veggente». Samuèle rispose a Saul: «Sono io il veggente. Precedimi su, all'altura. Oggi voi due mangerete con me. Ti congederò domani mattina e ti darò indicazioni su tutto ciò che hai in mente. Di buon mattino, al sorgere dell'aurora, Samuèle prese l'ampolla dell'olio e la versò sulla testa di Saul.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Paolo Vicini

Meditazione
Come tanti brani dell’Antico Testamento non è facile e immediato, scontano un linguaggio lontano per noi, la difficoltà di leggerne solo una parte, non tutto il pezzo integralmente, per cui vi suggerisco di leggere il capitolo 9 al completo o quantomeno di riascoltarlo successivamente per poterci entrare meglio. Breve riassunto della puntate precedenti: il popolo di Israele vuole un re come tutti gli altri popoli; Dio e Samuele, il profeta, sono contrari; dopo una accesa discussione Dio glielo concede ma è Dio a scegliere il re . E qui continua il brano appena letto. Saul parte da casa con un domestico per cercare le asine perdute e si trova travolto da eventi che lo fanno diventare Re. Samuele è il profeta chiamato a manifestare la volontà di Dio, lo unge e lo bacia di fronte al popolo, con questo rito Saul diventa il re di Israele e Dio è con lui. Mi colpisce l’unzione, nella nostra cultura ne abbiamo perso il significato, anzi per noi l’aggettivo “unto” ha un’accezione negativa. Nella liturgia invece abbiamo l’unzione del battesimo e l’unzione degli infermi;l’unzione è propria di chi deve combattere con un combattimento corpo a corpo, in cui essere unti impedisce all’avversario di avere una presa salda. Dio unge. L’unzione non va via facilmente, Dio ci lascia il segno. Saul riceve un potere non per i suoi meriti, il testo dice solo che era molto bello e più alto degli altri. Dio lo sceglie. Era partito per cercare delle asine perdute e si ritrova Re di un popolo. Deve gestire un potere. Anche a noi capita di essere scelti, di essere unti. Ad ognuno viene affidato un potere piccolo o grande, nei confronti di quelli che ci vogliono bene, di quelli che ci hanno affidato. Come lo amministriamo? Riusciamo a servire e a non servircene?

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