1Samuele 8,4-7.10-22a con il commento di Paolo Vicini



Dal primo libro di Samuele
1Sam 8,4-7.10-22a

Testo del brano
In quei giorni, si radunarono tutti gli anziani d'Israele e vennero da Samuèle a Rama. Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non camminano sulle tue orme. Stabilisci quindi per noi un re che sia nostro giudice, come avviene per tutti i popoli».
Agli occhi di Samuèle la proposta dispiacque, perché avevano detto: «Dacci un re che sia nostro giudice». Perciò Samuèle pregò il Signore. Il Signore disse a Samuèle: «Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro».
Samuèle riferì tutte le parole del Signore al popolo che gli aveva chiesto un re. Disse: «Questo sarà il diritto del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di cinquantine, li costringerà ad arare i suoi campi, mietere le sue messi e apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. Prenderà pure i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li darà ai suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi cortigiani e ai suoi ministri. Vi prenderà i servi e le serve, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavori. Metterà la decima sulle vostre greggi e voi stessi diventerete suoi servi. Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà».
Il popolo rifiutò di ascoltare la voce di Samuèle e disse: «No! Ci sia un re su di noi. Saremo anche noi come tutti i popoli; il nostro re ci farà da giudice, uscirà alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie».
Samuèle ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì all'orecchio del Signore. Il Signore disse a Samuèle: «Ascoltali: lascia regnare un re su di loro».

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Paolo Vicini

Meditazione
Samuele è vecchio, ha amministrato lui la giustizia tra le tribù di Israele, ha scelto i suoi due figli come successori, ma non sono al livello del padre. Sono disonesti. Allora il Popolo chiede di avere un re come tutti gli altri popoli, ma per Samuele è un delitto perché l’unico Dio (re) è YHWH! Cerca di persuaderli e gli fa una sfilza di buoni motivi per non avere un re. Ma senza esito. Alla fine anche Dio è disposto a cedere alla volontà del popolo, a rinunciare alle proprie idee, ovviamente ammonendolo tramite Samuele. E’ un Dio che è disposto a cambiare idea, si è legato agli uomini, ne accetta la libertà di sbagliare. Colpisce che un popolo chieda un re rinunciando alla propria libertà e all’avere Dio come unico Re. Un popolo che non è capace di prendersi le proprie responsabilità per governare, ha bisogno di delegare qualcuno a cui affidare i propri destini. E’ una storia che si ripete e si è ripetuta, l'incapacità degli uomini di farsi carico del proprio destino. Di fronte a delle difficoltà ricercare la via facile. E’ il tema del rapporto tra politica e fede, ossia discernere e capire come applicare il Vangelo nelle scelte politiche, nelle scelte di gestione della comunità, il cristiano non può non interessarsi della polis della propria città, alla politica, è nel suo DNA perché le scelte della politica sono scelte importanti e fondamentali che possono generare poveri, possono generare ingiustizia e noi dobbiamo occuparcene. Siccome la nostra fede non è dei riti ma è vita, la nostra fede deve entrare nella vita, non finisce con la benedizione. con il segno della croce finale, il Vangelo dobbiamo viverlo, non solo proclamarlo dagli amboni. Non dobbiamo cadere nella semplificazione della delega in bianco. ma affrontare le difficoltà e la complessità della democrazia, le difficoltà della gestione della comunità, la difficoltà di capire qual è il modo per applicare il Vangelo nella vita di tutti i giorni, nella scelta che ogni comunità è chiamata a compiere. La strada è tanto lunga ma non perdiamo la speranza.

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