1-2 Samuele: Introduzione



Introduzione al primo e secondo Libro di Samuele 
I due libri di Samuele, divisi solo in epoca precristiana, costituivano originariamente un volume unico: i traduttori greci lo copiarono su due rotoli, intitolandoli 1° e 2° libro dei Regni. Il titolo del testo è attribuito oggi a Samuele (figura di spicco dei primi quindici capitoli) secondo un’antica usanza rabbinica. Per quanto riguarda invece lo sfondo storico-politico delle vicende narrate, va dal 1050 al 970 circa a.C. Gli studiosi ci dicono poi che i due libri sono sostanzialmente suddivisi in cinque parti e tre personaggi: la prima (1Sam 1-7) racconta la vita di Samuele; la seconda (1Sam 8-12) narra l’avvento della monarchia con Saul; mentre la terza (1Sam 13-15) ha per oggetto le guerre di quest’ultimo contro i Filistei e gli Amaleciti; la penultima (1Sam 16 - 2Sam 5) è caratterizzata dalla figura di Davide; la quinta infine (2Sam 6-8) dall’insediamento del re a Gerusalemme, eletta capitale del regno.

A queste cinque parti ne seguirebbe una sesta (2Sam 9-20 più l’appendice dei capp. 21-24), che relaziona l’intronizzazione di Salomone, figura che poi verrà ripresa nei libri dei Re. In tutte queste vicende, narrate attraverso più generi letterari (tecniche espressive, antiche forme linguistiche legate alle diverse funzioni del linguaggio: informare, edificare, istruire, far scegliere, e così via..), i temi emergenti sono due: la nascita della monarchia e la profezia legata al Messia. Ma torniamo ai tre personaggi chiave. Samuele, la cui etimologia significa “Dio ha ascoltato” o “Dio è il Signore”, è un profeta, e inaugura una nuova relazione tra Dio e il suo popolo. Egli, come Isacco, Sansone e Giovanni il Battista, è figlio di madre sterile, ad indicare che l’autore di quella nascita è il Signore. Per questo Samuele gli viene offerto dalla madre Anna. Dopo che è cresciuto al fianco del sommo sacerdote Eli, un giorno accade qualcosa di cruciale: l’arca dell’alleanza viene rubata nel corso di una battaglia dai nemici Filistei, i quali, considerate le disgrazie che questa reca loro, decidono di restituirla. «..eliminate da voi tutti gli dèi stranieri.. Indirizzate il vostro cuore al Signore e servite lui solo..» profetizza Samuele al popolo, il quale gli dà ascolto e lo sceglie come suo capo e giudice, ma, divenuto ormai vecchio, cede alle loro richieste di donargli un re. Samuele si oppone fermamente, dato che l’unico re di Israele è Dio! Questi però, pur contrariato, gli suggerisce di assecondare la richiesta: convoca il popolo e, tirando a sorte, designa Saul come primo re, del quale la Bibbia ci dice che era bello e slanciato.

Perché proprio lui? Il modo in cui i due si incontrano è solo apparentemente fortuito: mentre Saul sta cercando le sue asine perdute, va a consultare, per poterle ritrovare, un famoso uomo di Dio.. il quale gli unge la testa con dell’olio (1Sam 10,1), per poi designarlo ufficialmente re davanti a tutto il popolo. La disobbedienza di Saul al Signore fa sì che quest’ultimo gli revochi la regalità, che sarà data ad un altro, Davide: inizia così l’incessante lotta tra i due, in cui Saul sarà anche risparmiato da Davide, in quanto “unto dal Signore”. Il primo re d’Israele troverà la morte nella battaglia di Gelboe: rimasto ferito, chiederà al suo scudiero di ucciderlo, ma, al suo rifiuto, si suiciderà gettandosi sulla propria spada. I Filistei, dopo avergli mozzato la testa e dopo aver ucciso anche i suoi tre figli, tra i quali Gionata (celebre per la sua amicizia con Davide), appendono i corpi dei quattro alle mura dell’antica città di Bet-Shean, divenuta in seguito parte della Decapoli, confederazione di dieci città ellenistiche.

Morto Saul ecco subentrargli il secondo re d’Israele, figura centrale nell’intera storia della salvezza: Davide, dal quale discenderà il Cristo, l’unto per eccellenza, appunto “figlio di Davide”. Il secondo regno, che durerà quarant’anni (1010-970 a.C.), è inaugurato dall’ottavo figlio di Iesse: Samuele rifiuta infatti i primi sette (simbolicamente la perfezione), ungendo l’ottavo (colui che in qualche modo va a rovinare tale “perfezione”, umana s’intende). Questo giovane pastore, una volta divenuto re sarà capace di grandi imprese – come la vittoria sul gigante filisteo Golia – ma anche di grandi peccati – come l’adulterio con Betsabea ai danni del marito Urìa, che farà uccidere con perfida astuzia. Su insistenza di Betsabea e del profeta Natan designerà quindi come suo successore il figlio Salomone.               

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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