1 Samuele 1,24-28 con il commento di Paolo Vicini



Dal primo libro di Samuele
1Sam 1,24-28 

Testo del brano
In quei giorni, Anna portò con sé Samuèle, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.

 

 

Recita
Cristian Messina, Paolo Vicini

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Paolo Vicini

Meditazione
Anna non poteva avere figli, al tempio aveva fatto una preghiera e una promessa, che se avesse avuto un figlio lo avrebbe portato al tempio una volta diventato adulto. Qui c’è la fede di una donna che al tempio, oltre alla farina, al vino e al giovenco porta il figlio. Inevitabile il collegamento con Dio che porta suo figlio nel mondo. Ho pensato ai doni che ho ricevuto, senza mio merito, mi sono detto: li riconosco? Riesco a fermarmi e ad elencarli? Con il gruppo di ragazzi che seguo, ogni volta, prima di lasciarci ripensiamo alla nostra giornata, alla settimana e cerchiamo di vedere dove Dio ha agito nella nostra vita: è un bel momento, fermarsi, in un silenzio non imbarazzante, ad ascoltarsi e rileggersi. È semplice e facile, forse si può chiamare “esame di coscienza”, ma non è  quello punitivo e penitenziale, qui il passo è diverso, riconoscere dove Dio ha agito nella mia vita. Provate a farlo nella vostra comunità, con il vostro compagno, amico nella fede, marito, scoprirete che Dio si dona a noi tante volte, che il Dio che nasce nella mangiatoia lo riceviamo ogni giorno in tanti modi, dobbiamo essere solo in grado di accorgercene. Voglio ringraziare per il bene che ho ricevuto e per quello che sono riuscito a dare, lo affido a Dio che saprà ricevere e trasformarlo come ha fatto con il figlio di Anna, Samuele.

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