2Re 22,8-13;23,1-3 con il commento di Gianluca Conti



Parola del Signore
2Re 22,8-13;23,1-3 

Testo del brano
In quei giorni, il sommo sacerdote Chelkìa disse allo scriba Safan: «Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge». Chelkìa diede il libro a Safan, che lo lesse. Lo scriba Safan quindi andò dal re e lo informò dicendo: «I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l’hanno consegnato in mano agli esecutori dei lavori, sovrintendenti al tempio del Signore». Poi lo scriba Safan annunciò al re: «Il sacerdote Chelkìa mi ha dato un libro». Safan lo lesse davanti al re. Udite le parole del libro della legge, il re si stracciò le vesti. Il re comandò al sacerdote Chelkìa, ad Achikàm figlio di Safan, ad Acbor, figlio di Michèa, allo scriba Safan e ad Asaià, ministro del re: «Andate, consultate il Signore per me, per il popolo e per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro ora trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro, mettendo in pratica quanto è stato scritto per noi». Il re mandò a radunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore. Il re, in piedi presso la colonna, concluse l’alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e le leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per attuare le parole dell’alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all’alleanza.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Gianluca Conti

Meditazione
Il capitolo 22 del secondo libro dei Re ci illustra la situazione del regno di Giuda al tempo di re Giosìa. Il regno di Giuda era in uno stato di vassallaggio sotto gli Assiri, fin dai tempi di re Manasse, nonno del re Giosìa qui nominato. L’impero assiro in quegli anni si disintegra velocemente, sicché il regno di Giuda riesce a liberarsi politicamente dall’egemonia assira rendendo possibile una vasta opera di riforme, anche in ambito religioso. Secondo l’autore di questo capitolo, in occasione della raccolta del denaro dalle casse delle elemosine, necessario alla manutenzione del tempio stesso, viene ritrovato il "libro della legge". Gli studiosi pensano che questo libro sia una parte del Deuteronomio, probabilmente scritto su tradizioni levitiche ai tempi del re Ezechìa, bisnonno del re Giosìa, che da allora giaceva abbandonato nel tempio. Il re si dimostra molto sensibile alla religione originale e avvia un rinnovato spirito nazionalista, religioso e politico, adottando integralmente le antiche devozioni del tempo dei Giudici. Si ritorna all’accentramento di un unico culto a Gerusalemme, eliminando i luoghi di culto pagani e i santuari jahvisti sparsi nel territorio non solo di Giuda, ma anche di Samarìa. Con l’occupazione di Samarìa il re Giosìa spera di ritornare agli antichi splendori del regno al tempo di re Davide. Mi colpisce il re che dice «andate a consultare il Signore.. riguardo alle parole di questo libro». L’ascolto della Parola, poi la rilettura in forma assembleare, poi l’impegno a seguire i comandi del Signore, sono tutti passaggi che dimostrano l’efficacia della Parola del Signore, che va dapprima compresa e "ruminata" sotto la guida dello Spirito, ma poi dopo porta ad una adesione del cuore, come è avvenuto al tempo del re Giosìa. 

Scarica la nostra App su