1Re 3,4-13 con il commento di Erika Guidi



Dal primo libro dei Re
1 Re 3,4-13

Testo del brano
In quei giorni, Salomone andò a Gàbaon per offrirvi sacrifici, perché ivi sorgeva l’altura più grande. Su quell’altare Salomone offrì mille olocausti.
A Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda».
Salomone disse: «Tu hai trattato il tuo servo Davide, mio padre, con grande amore, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questo grande amore e gli hai dato un figlio che siede sul suo trono, come avviene oggi. Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?».
Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te. Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e gloria, come a nessun altro fra i re, per tutta la tua vita».

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Erika Guidi

Meditazione
Salomone si trova in una situazione difficile: è giovane e deve governare un popolo numeroso. Riconosce i suoi limiti, capisce che da solo non può farcela, sa che non è onnipotente, quindi cerca il Signore e va sull’altura più grande per essere il più vicino possibile a lui e fa mille olocausti perché ha bisogno di lui. Il primo passo per avvicinarsi al Signore è riconoscere la propria non autosufficienza, il proprio limite. Non è sempre facile. Spesso pensiamo di non aver bisogno di nessuno, tantomeno di Dio. Il Signore risponde a Salomone, non lo abbandona, è pronto ad aiutarlo, ma non fa tutto da solo, chiede a Salomone che dica ciò di cui ha bisogno. Il Signore non ci tratta mai come burattini, ci ama e quindi ci rispetta fino in fondo. Salomone con le sue parole dichiara di conoscere Dio non teoricamente, ma per quello che ha fatto per suo padre Davide. Salomone non chiede la ricchezza, né la salute, né la vendetta, ma il discernimento nel giudicare. Con questa richiesta Salomone sembra dirci che nella vita è importante fare le scelte giuste. È difficile, però, capire quali sono le scelte giuste, se il Signore non ci illumina, non ci ispira, non ci guida. L’atteggiamento che ci viene insegnato qui è l’umiltà di chiedere l’aiuto di Dio costantemente durante le nostre giornate, quando prendiamo decisioni per noi, per la nostra famiglia, quando ci relazioniamo con i colleghi, con gli amici, quando diamo consigli. Gesù ci insegna che Dio è Padre, perciò ci dona più di quanto gli chiediamo. Qui infatti Dio risponde a Salomone donandogli non solo ciò che ha chiesto, ma anche ciò che non ha chiesto. Con questa certezza impariamo a vivere le nostre giornate sotto la guida del Signore.

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