1-2 Re: Introduzione



Introduzione al primo e secondo Libro dei Re
Quest’unico volume, come accadde ad esempio per quello di Samuele, fu diviso solo successivamente dai traduttori greci del III secolo a.C. Porta il titolo del contenuto, ovvero la storia della monarchia d’Israele, da Davide all’esilio babilonese, un periodo di poco inferiore ai quattrocento anni, segnato tra l’altro dalla presenza di grandi profeti biblici come Elìa ed Elisèo. Quattrocento anni scarsi – che ci lasciano ovviamente intuire come l’autore non possa essere uno solo – divisibili in tre momenti: il primo (1 Re 1,1-11) caratterizzato dal regno di Salomone (970-931 a.C.), che culminerà con la divisione in due regni; il secondo (1 Re 12-2 Re 17) che va da tale scisma alla scomparsa del regno del Nord, o “d’Israele”, avvenuto nel 721 a.C. con l’invasione assira; il terzo infine (2 Re 18-25) narra la storia del regno rimasto, quello del Sud, detto anche “di Giuda”, fino alla distruzione di Gerusalemme, avvenuta nel 587 a.C., con conseguente esilio babilonese. Il filo rosso che accompagna i due testi non è tuttavia né politico né di natura sociale, bensì teologico, mostra infatti come la sorte politica del regno fosse legata al rispetto o meno del patto sancito sul Sinai: se Dio è sempre rimasto fedele, lo stesso non possiamo dire della nazione, la cui infedeltà (al patto) ha causato i tragici avvenimenti che hanno portato alla caduta della monarchia. Ma quali e quante sono le tematiche portanti? Fondamentalmente quattro. La prima riguarda la monarchia, che, come già detto sottolinea la rettitudine di un re in base alla sua osservanza della legge del Signore, cosa che accade solo di rado, non a caso risuona ben trentaquattro volte, a mo’ di ritornello, la frase «Egli (il re) fece ciò che è male agli occhi del Signore». La caduta dei due regni è vista in tal senso come conseguenza dei peccati dei sovrani, così come quelli che essi fecero commettere ai loro sudditi. Il secondo tema inerisce Davide e la sua dinastia. Questo grande re sarà oggetto di paragone con altri sovrani, al punto che Salomone imitò suo padre; Asa, come Davide, fece ciò che è giusto agli occhi del Signore; Giosìa imitò in tutto la sua condotta; e Geroboamo non è stato come lui.. La terza tematica riguarda Gerusalemme, il tempio e il culto in esso celebrato, con relativa importanza attribuita ai sacerdoti. Attorno al binomio Gerusalemme-tempio sarà quindi centralizzata tutta la vita rituale d’Israele. L’ultimo tema è rappresentato dal profetismo: Elìa, Elisèo, Natan, Semeia, Achìa, Michèa, Isaìa e la profetessa Culda, oltre ad essere coloro che parlano al popolo “a nome del Signore”, godranno anche di una certa importanza politica. Proviamo ora a delineare qualche tratto, almeno dei personaggi chiave di questi due libri. Salomone, figlio di Davide e di Betsabea, diventa re nel 970 a.C. e regna per quarant’anni. In realtà non sarebbe stato lui a dover succedere al padre, ma Adonìa, figlio che Davide ebbe dalle nozze precedenti. Ma Davide designò, contro la prassi, Salomone, ad indicare che ogni regalità è frutto di una libera scelta di Dio, e non semplicemente derivante da una successione familiare. Salomone era tra l’altro figlio di una donna “rubata”. Il regno di quest’ultimo fu un regno di pace, segnato però alla fine dalla rivolta organizzata da Geroboamo, uno dei suoi ministri, che porterà alla divisione in due regni: le dieci tribù del Nord (o “d’Israele”) seguiranno Geroboamo, fissando la loro capitale in Samarìa, mentre le due tribù restanti, del Sud, seguiranno Roboamo, figlio di Salomone, fissando la capitale a Gerusalemme e formando in tal modo il piccolo regno di Giuda. Altra figura di spicco, enigmatica, è la regina di Saba, paese localizzabile forse in Arabia, forse in Etiopia oppure in India. Non lo sappiamo. Di certo si tratta di una prefigurazione dei re che dall’Oriente giungeranno più tardi alla mangiatoia di Betlemme! Interessante inoltre il fatto che si tratti di una donna. Elìa, che non ha lasciato scritti, ma è forse il più grande tra i profeti (non a caso apparso assieme a Mosè al fianco di Gesù trasfigurato), sfiderà e avrà la meglio nei confronti dei quattrocentocinquanta sacerdoti di Baal sul monte Carmelo. Scomparso sul celebre carro di fuoco, ne raccoglierà il mantello, simbolicamente l’eredità, il discepolo Elisèo, autore di diversi miracoli, su tutti la guarigione del generale siriano Naaman colpito dalla lebbra, episodio richiamato non a caso dall’evangelista Luca (4,27).         

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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