1Re 18,41-46 con il commento di Erika Guidi



Dal primo libro dei Re
1Re 18,41-46

Testo del brano
In quei giorni, Elìa disse [al re] Acab: «Va’ a mangiare e a bere, perché c’è già il rumore della pioggia torrenziale». Acab andò a mangiare e a bere. Elìa salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia. Quindi disse al suo servo: «Sali, presto, guarda in direzione del mare». Quegli salì, guardò e disse: «Non c’è nulla!». Elìa disse: «Tornaci ancora per sette volte». La settima volta riferì: «Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare». Elìa gli disse: «Va’ a dire ad Acab: “Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!”». D’un tratto il cielo si oscurò per le nubi e per il vento, e vi fu una grande pioggia. Acab montò sul carro e se ne andò a Izreèl. La mano del Signore fu sopra Elìa, che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab finché giunse a Izreèl.

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Erika Guidi

Meditazione
Tutto il popolo d’Israele e il re fanno un digiuno per chiedere a Dio la fine della siccità. Elìa è certo che il Signore esaudirà la preghiera e invita il re a mangiare e a bere, cioè a tornare alla vita di sempre, perché la siccità sta per finire. Chissà se la nostra preghiera è sempre piena di questa certezza e di questa fede! Elìa prega molto intensamente in una posizione insolita e aspetta la pioggia chiedendo al servo di scrutare il cielo. Il Signore ascolta le nostre preghiere e le esaudisce secondo i suoi tempi e i suoi modi. Infatti per sette volte il servo scruta il cielo e solo alla fine vede una nuvola. Il nostro atteggiamento deve essere quello di guardare con occhi attenti gli accadimenti, sapendo cogliere la presenza del Signore anche in una nuvola piccolina. E poi non dobbiamo avere timore nell’annunciare ciò che il Signore fa per noi, perché non solo lo Spirito ci suggerirà ciò che dobbiamo dire, ma ci darà anche le energie necessarie per farlo. Qui Elìa grazie alla mano del Signore corre e arriva a Izreèl prima di Acab per annunciare la fine della siccità. Anche i discepoli di Emmaus dopo aver visto il Signore risorto partono senza indugio e senza paura per tornare a Gerusalemme e annunciare la resurrezione. Quando abbiamo nel cuore il desiderio di annunciare il Signore non ci sono ostacoli che ci possano trattenere, perché lui stesso ci dà la forza per l’annuncio.

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