2Re 17,5-8.13-15a.18 con il commento di Gianluca Conti



Dal secondo Libro dei Re
2Re 17,5-8.13-15.18 

Testo del brano
In quei giorni, Salmanàssar, re d’Assiria, invase tutta la terra, salì a Samarìa e l’assediò per tre anni. Nell’anno nono di Osèa il re d’Assiria occupò Samarìa, deportò gli Israeliti in Assiria, e li stabilì a Calach e presso il Cabor, fiume di Gozan, e nelle città della Media. Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro Dio, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, dalle mani del faraone, re d’Egitto. Essi venerarono altri dèi, seguirono le leggi delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti, e quelle introdotte dai re d’Israele. Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti, aveva ordinato a Israele e a Giuda: «Convertitevi dalle vostre vie malvagie e osservate i miei comandi e i miei decreti secondo tutta la legge che io ho prescritto ai vostri padri e che ho trasmesso a voi per mezzo dei miei servi, i profeti». Ma essi non ascoltarono, anzi resero dura la loro cervìce, come quella dei loro padri, i quali non avevano creduto al Signore, loro Dio. Rigettarono le sue leggi e la sua alleanza, che aveva concluso con i loro padri, e le istruzioni che aveva dato loro. Il Signore si adirò molto contro Israele e lo allontanò dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Gianluca Conti

Meditazione
La lettura di oggi nel primo paragrafo ci dà notizia dell’occupazione assira in Samarìa e della deportazione degli israeliti, avvenuta nel 722 a.C. Sono pagine tristi che ci stupiscono per la durezza operativa degli Assiri. Studiando un po' di storia, veniamo a scoprire però che il re Osèa di Samarìa già da anni si era assoggettato agli Assiri pagando dei tributi. Ma poi, o perché Osèa sospese il pagamento, o perché gli Assiri sospettarono una congiura tra israeliti ed egiziani ai loro danni, gli Assiri intervennero per occupare militarmente Samarìa. Occupata la regione, in quella occasione, vennero deportati più o meno ventiduemila israeliti, che all'epoca potevano costituire un decimo della popolazione. Al loro posto arrivarono in Samarìa altrettanti abitanti originari della Media. Scopo della deportazione era quello di scoraggiare ribellioni allontanando le classi influenti che avrebbero potuto guidare il popolo verso un'insurrezione. La lettura di oggi interpreta il motivo di una sventura di questo genere ai danni degli israeliti. L'autore esilico si sofferma su un lungo discorso moraleggiante, condannando, chi più o chi meno, tutti i re succeduti da Geroboàmo ad Osèa, i quali non hanno seguito i precetti del Signore ed hanno, con le buone o con le cattive, traviato il popolo verso il culto di pseudo divinità cananee. Nonostante il Signore avesse mandato profeti e veggenti, alla fine hanno continuato a rigettare la sua alleanza. Anche oggi ci arrivano da più parti inviti a fermarci e a ripensare alla nostra condotta di vita: il nostro rapporto col Signore e con gli altri, va sempre bene? Se qualcosa non va, è sempre colpa degli altri o invece siamo noi che abbiamo bisogno di convertirci?

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