
Dalla prima lettera di san Giovanni apostoli
1Gv 5,5-13
Testo del brano
Carissimi, chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.
Recita
Cristian Messina
Musica di sottofondo
F.Chopin. Andantino "Spring" B 117. Aya Higuchi. Creative Commons Attribution 4.0. Musopen.org
Meditazione
Patrizia Gasponi
Meditazione
«Chi è che vince il mondo – si chiede Giovanni – se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?». Se Gesù è l’unico vincitore, all’uomo, credendo, è dato di far risuonare e di esaltare tale vittoria. Gesù è presentato in modo singolare, appare, infatti, accompagnato da testimoni autorevoli: acqua, sangue e Spirito. Acqua e sangue evocano la vita, ne sono il simbolo universale. Gesù si è manifestato pienamente uomo nell’immersione in acqua, quando è stato battezzato da Giovanni “Battista” e si è poi manifestato quale “innalzato” sulla croce, dove ha versato tutto il suo sangue. Questi due elementi estremi riassumono tutta la sua vita ministeriale. Acqua e sangue si riferiscono dunque in primo luogo alla concretezza della vicenda umana di Gesù. Di questi eventi lo Spirito, che è la Verità, rende testimonianza, perché era presente al momento dell’immersione di Gesù nell’acqua del Giordano, sceso come una colomba dal cielo e posatosi su di lui (Gv 1,32), ed era pure presente nell’ora del sangue versato sulla croce, quando Gesù lo consegnò morendo (Gv 19,30). Parlando di acqua e sangue Giovanni intende riferirsi anche alla prassi sacramentale delle prime comunità cristiane: l’acqua in cui è stato immerso Gesù è l’acqua del Battesimo, in cui ogni cristiano deve scendere; il sangue di Gesù è l’Eucarestia, che dona la remissione dei peccati. Chi non accetta il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio, prima o poi finisce per rifiutare anche l’economia sacramentale propria della vita della Chiesa. Giovanni parla infine della testimonianza che Gesù ha ricevuto dal Padre. È Dio che si è espresso, in quel flusso di acqua, sangue e Spirito per dire chi è Gesù. Una testimonianza dunque da accogliere, ben più di quella umana. Se il Padre ha reso testimonianza al Figlio, colui che aderisce al Figlio di Dio, ha in sé stesso la testimonianza. Fede e testimonianza sono strettamente connesse, chi possiede la fede: ha la testimonianza di Dio che rimane nel suo cuore; ha in sé la Parola di Dio che rimane come un seme; ha l’unzione, che insegna la verità e l’amore di Dio. Al contrario, chi non riconosce Gesù come Figlio di Dio non solo non dà credito alla testimonianza di Dio, ma fa di Lui, che è fedele e giusto, un bugiardo, come chi nega la fede in Gesù. Giovanni presenta, infine, il risvolto fruttuoso della testimonianza di Dio sul Figlio: la vita piena e definitiva, annunciata e promessa ai credenti e donata da Dio, si realizza nella fede in Gesù. Non si danno alternative. L’accoglienza del Figlio è decisiva. E la fede in Gesù non solo vince il mondo, il male e la morte, ma offre ad ogni uomo il dono della vita eterna.