Prima lettera di Giovanni 2,12-17 con il commento di Patrizia Gasponi



Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 2,12-17 

Testo del brano
Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome. Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno. Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre. Ho scritto a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno. Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma viene dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
F.Chopin. Andantino "Spring" B 117. Aya Higuchi. Creative Commons Attribution 4.0. Musopen.org

Meditazione
Patrizia Gasponi

Meditazione
Presentato il comandamento nuovo dell’amore fraterno, Giovanni espone ai cristiani un altro criterio per discernere la loro comunione con Dio: fare una scelta precisa tra l’amore di Dio, che si traduce nel compiere la sua volontà, e l’amore verso la mondanità. Con un termine affettuoso, “figlioli”, l’autore si rivolge all’intera comunità dei suoi figli per confermare loro che i peccati sono stati perdonati in virtù del nome di Cristo e che in lui, nella sua incarnazione, essi hanno potuto conoscere il Padre. È l’esperienza del perdono ad aprirci gli occhi su Dio e a farci intravedere il suo volto di Padre tenero e misericordioso. Gli anziani sono chiamati con rispetto “padri”: la loro è una lunga e provata esperienza di fede. Essi sono sempre rimasti ancorati all’origine. Hanno conosciuto Cristo, gli sono rimasti fedeli e sollecitano la comunità a restare salda nella fede ricevuta. «Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno.. perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno..». La vita cristiana è esperienza di salvezza attraverso il perdono dei peccati, ma è anche combattimento e resistenza contro le tentazioni: combattimento spirituale faticoso, quotidiano ma anche sereno e fiducioso. I giovani rappresentano nella comunità la vitalità, la forza di chi accoglie la Parola di Dio nella lotta contro il maligno. «Non amate il mondo, né le cose del mondo!». Il termine mondo, come nel quarto Vangelo, ricorre con notevole frequenza e con significati diversi. Il primo senso è, per così dire, neutrale: “mondo” indica il luogo dove gli uomini vivono ed operano le loro scelte, il luogo dove convivono buoni e cattivi, discepoli e falsi profeti e dove luce e tenebre, verità e menzogna si confrontano; il secondo senso è positivo: il mondo è l’umanità intera, che Dio ama e che Cristo è venuto a salvare; il terzo senso è negativo e persino ostile: il mondo è una realtà da non amare, non ha riconosciuto Dio, odia i suoi discepoli e giace nel potere del maligno. I cristiani vengono chiamati a prendere una netta posizione di fronte al mondo, ricordando che l’amore deve essere indirizzato a Dio e agli uomini. Giovanni seleziona dunque tre realtà che caratterizzano la fisionomia di quel mondo da cui prendere le distanze: la concupiscenza della carne, cioè il comportamento di chi è teso a soddisfare unicamente il proprio egoismo e le proprie passioni; la concupiscenza degli occhi: le tentazioni che aggrediscono l’uomo dall’esterno, come il fascino delle apparenze, dei valori effimeri e illusori; la superbia della vita: cioè l’atteggiamento di chi intende affermarsi contro gli altri e sopra gli altri, la ricerca della propria gloria ad ogni costo. Affidarsi al mondo anziché a Dio significa lasciare ciò che rimane per ciò che passa: un baratto insensato. Non si tratta di un’espressione amara e pessimista sulle realtà terrene, bensì una valutazione religiosa delle realtà fuggevoli del mondo, senza dimenticare che l’incarnazione di Cristo, nel tempo, lo rende luogo prezioso e ambito di vita nel quale impegnarsi alla ricerca del Bene e della Verità.

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