
Dalla prima lettera di San Giovanni apostolo
1Gv 4,11-18
Testo del brano
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. In questo l’amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore.
Recita
Cristian Messina
Musica di sottofondo
F.Chopin. Andantino "Spring" B 117. Aya Higuchi. Creative Commons Attribution 4.0.Musopen.org
Meditazione
Patrizia Gasponi
Meditazione
Riprendendo l’appellativo iniziale «carissimi», Giovanni ribadisce con forza: «se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri». Prima di essere un dovere imposto, l’amore è perciò un dono offerto da Dio. E poi annota come l’unica possibilità di fare esperienza di Dio sia l’amore reciproco. Dio non si raggiunge anzitutto con l’intelligenza, ma lo si sperimenta nell’amore sincero e concreto. Egli si svela unicamente a coloro che hanno imparato ad amare di vero cuore. Chi non ama, non può conoscere Dio, ed è inutile che parli di Lui (come facevano gli eretici): parlerebbe di una realtà di cui non ha alcuna esperienza. Amarsi a vicenda e conoscere Dio: due cose diverse e tuttavia intimamente legate. Una bella tradizione riportata da san Girolamo racconta quanto fosse essenziale per Giovanni questa dimensione dell’amore fraterno nella vita della Chiesa. Egli riferisce che a Efeso, un Giovanni ormai vecchissimo e infermo, non potendo più parlare a lungo si limitava a ripetere: «Figli miei, amatevi gli uni gli altri». Di fronte all’obiezione dei suoi ascoltatori, stanchi di sentirsi dire sempre e solo quelle parole, egli rispose: «Questo è il solo comandamento del Signore e, se fosse anche il solo ad essere osservato, basterebbe». Non potendo vedere Dio faccia a faccia qui sulla terra, i credenti verificano la sua presenza in loro e in mezzo a loro grazie all’amore fraterno vissuto nell’ambito della comunità e reso possibile dal dono dello Spirito Santo. Sant’Agostino spiega con la consueta incisività: «Interroga il tuo cuore: se esso è pieno di carità, hai in te lo Spirito». Nello Spirito Santo i cristiani confessano Gesù quale Figlio di Dio fattosi carne, Amore concreto. Un ulteriore frutto dello Spirito Santo che dimora nel cuore dei credenti è l’assenza di timore, perché chi teme non è giunto a pienezza nell’amore. Dallo Spirito, poi, i credenti ricevono la consolazione e la testimonianza di appartenere totalmente a Dio, di essere loro stessi, già ora, simili a Gesù, amati in Lui e come Lui. Quando dunque tra i cristiani regna un sincero amore fraterno, allora c’è fiducia e sicurezza nei confronti del giorno del giudizio: cessa la paura del castigo e si confida solamente nella infinita misericordia di Dio.