Prima lettera di Giovanni 1,5-2,2 con il commento di Patrizia Gasponi



Dalla prima lettera di Giovanni 1,5-2,2 

Testo del brano
Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
F.Chopin. Andantino "Spring" B 117. Aya Higuchi. Creative Commons Attribution 4.0. Musopen.org

Meditazione
Patrizia Gasponi

Meditazione
La Prima Lettera di Giovanni fa parte delle lettere cattoliche, cioè le lettere non scritte da san Paolo, non indirizzate esplicitamente a qualche comunità particolare e per questo universali (katholikòs). Essendo priva di un’intestazione, presente invece nelle lettere di Paolo, non appare come una lettera vera e propria. Ci troviamo probabilmente ad Efeso o comunque in una comunità d’Asia. L’autore, probabilmente lo stesso del quarto Vangelo, svolgeva il suo ministero in un contesto in cui stavano nascendo lo gnosticismo e il docetismo, false versioni del Cristianesimo, sia a livello di dottrina sia a livello di pratica. La gnosi era una “conoscenza” religiosa speciale e personale, riservata a pochi privilegiati, da cui si pensava venisse la salvezza: se la salvezza viene dalla sola conoscenza intellettuale, il comportamento perde valore. La gnosi ricorreva continuamente, invece, a dualismi come luce e tenebre, verità e menzogna, vita e morte. I docetisti non credevano in una reale incarnazione del Cristo: la carne del Cristo era pura “apparenza”, seppur motivata dall’intenzione di illuminare gli uomini. La morte, il dolore, la resurrezione perdevano così spessore. L’apostolo risponde a questo sviluppo preoccupante dicendo che la verità è evidente nella sostanza delle cose, innanzitutto nei fatti storici riguardanti la vita e l’opera di Cristo, poi nella trasformazione di coloro che credono in lui. E Giovanni usa qui una logica ferrea: «Dio è luce. Se diciamo di essere con Dio ma camminiamo nelle tenebre, allora mentiamo». Questo linguaggio è tagliente, non lascia spazio a compromessi nei comportamenti, così abituali, nella vita spirituale e pratica.

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