Genesi, 32,23-33 con il commento di Melania Marcatelli



Dal libro della Genesi
Gn 32,23-33 

Testo del brano
In quei giorni, di notte Giacobbe si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. Quello disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: «Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all’anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, perché quell’uomo aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Lorenzo Tempesti. Maramore. www.suonimusicaidee.it. Licenza gratuita

Meditazione
Melania Marcatelli

Meditazione
Giacobbe, così come gli ordina il Signore, prende la sua famiglia, tutti i suoi averi, e intraprende il viaggio per tornare a casa, nella terra di Canaan, dove sa che lo attende l’ira di suo fratello. Parte di notte, cercando di sorprenderlo, ma viene invece sorpreso lui stesso da un uomo misterioso, con il quale ingaggia una lotta che dura fino all’aurora. È una lotta che non indebolisce ma dà forza, anzi trasforma Giacobbe profondamente. In questa lotta si compie la sua parabola, da scartato, peccatore, diviene forte al punto da vincere contro Dio e contro gli uomini, e ricevere così una nuova identità. Giacobbe riconosce nel suo avversario un essere sovrannaturale, un segno di Dio, che si rivela a lui ma nel nascondimento della notte, in modo che egli possa fare esperienza di Dio rimanendo in vita. Di grande importanza è qui il tema del nome, che non è solo un qualificativo, esprime bensì la funzione di chi lo porta, la sua ragione d’essere; rivelarlo indica una resa, un abbandonarsi a qualcuno. Giacobbe, anche se risulta vincitore nella lotta, lo consegna al suo avversario, perché nella vittoria di Giacobbe in realtà è Dio a vincere. Il Signore invece non rivela il suo nome, mantiene intatto il suo mistero, però benedice Giacobbe, donandogli un nuovo nome e con esso una nuova identità. Il nome tribale di Giacobbe è di per sé problematico: significa “soppiantatore”, colui che ha preso il posto di suo fratello. Il nuovo nome, Israele, senza più alcuna connotazione negativa, designa anche il popolo che discenderà da lui, è un’investitura solenne che affida un grande compito, che potrà compiersi grazie alla benedizione di Dio. Il significato di Israele lo troviamo nel testo: è colui che ha combattuto con Dio e con gli uomini, e ha vinto; ma significa anche “Dio è forte”, tornando a sottolineare che la forza di Giacobbe è in realtà la forza di Dio, la sua vittoria. La lotta lascia Giacobbe-Israele zoppicante, pone un segno tangibile dell’incontro con Dio nella carne dell’uomo, rende manifesta la trasformazione che ha ricevuto. Spesso la tradizione spirituale della Chiesa – come riporta anche il Catechismo della Chiesa Cattolica – ha visto un parallelo tra questo combattimento della fede e la preghiera. Basti pensare al capitolo 22 di Luca, dove troviamo Gesù sul Monte degli Ulivi, prima di essere arrestato, intento in un combattimento interiore che si traduce in un’intensa preghiera. Israele prima, come poi Gesù, ci mostrano la preghiera quasi come un corpo a corpo con Dio, portato avanti con tenacia, contro un avversario che mostra la forza con cui ci rende vincitori, rimane misterioso, ma ci concede la sua benedizione, ci trasforma profondamente donando una nuova identità e un nuovo senso alla nostra esistenza.

Genesi 11,1-9 con il commento di Daniele Missiroli Genesi: Introduzione Genesi 1,1-19 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 1,20-2,4a con il commento di Daniele Missiroli Genesi 2,4b-9.15-17 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 2,18-25 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 3,1-8 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 3,9-24 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 4,1-15.25 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 6,5-8;7,1-5.10 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 8,6-13.20-22 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 9,1-13 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 12,1-9 con il commento di Andrea Parato Genesi 13,2.5-18 con il commento di Andrea Parato Genesi 15,1-12.17-18 con il commento di Andrea Parato Genesi 16,1-12.15-16 con il commento di Andrea Parato Genesi 17,1.9-10.15-22 con il commento di Andrea Parato Genesi 17,3-9 con il commento di Eugenio Festa Genesi 18,1-15 con il commento di Andrea Parato Genesi 18,16-33 con il commento di Andrea Parato Genesi 19,15-29 con il commento di Andrea Parato Genesi 21,5.8-20 con il commento di Andrea Parato Genesi 22,1-19 con il commento di Andrea Parato Genesi 23,1-4.19; 24,1-8.62-67 con il commento di Andrea Parato Genesi 27, 1-5.15-29 con il commento di Melania Marcatelli Genesi 28,10-22a con il commento di Melania Marcatelli Genesi, 32,23-33 con il commento di Melania Marcatelli Genesi 37,3-4.12-13a.17b-28 con il commento di Eugenio Festa Genesi 41,55-57;42,5-7a.17-24a con il commento di Eugenio Festa Genesi 44,18-21.23b-29;45,1-5 con il commento di Eugenio Festa Genesi 46,1-7.28-30 con il commento di Eugenio Festa Genesi 49,2.8-10 con il commento di Melania Marcatelli Genesi 49,29-33;50,15-26a con il commento di Eugenio Festa

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