Genesi 21,5.8-20 con il commento di Andrea Parato



Dal libro della Genesi
Gn  21,5.8-20 

Testo del brano
Abramo aveva cento anni quando gli nacque il figlio Isacco. Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto quando Isacco fu svezzato. Ma Sara vide che il figlio di Agar l’Egiziana, quello che lei aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco. Disse allora ad Abramo: «Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco». La cosa sembrò un gran male agli occhi di Abramo a motivo di suo figlio. Ma Dio disse ad Abramo: «Non sembri male ai tuoi occhi questo, riguardo al fanciullo e alla tua schiava: ascolta la voce di Sara in tutto quello che ti dice, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe. Ma io farò diventare una nazione anche il figlio della schiava, perché è tua discendenza». Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre d’acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Ella se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l’acqua dell’otre era venuta a mancare. Allora depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d’arco, perché diceva: «Non voglio veder morire il fanciullo!». Sedutasi di fronte, alzò la voce e pianse. Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Àlzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione». Dio le aprì gli occhi ed ella vide un pozzo d’acqua. Allora andò a riempire l’otre e diede da bere al fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore d’arco.

 

 

Meditazione
Abbiamo già sentito un racconto simile che parla di Sara, della schiava Agar e del figlio avuto da Abramo, Ismaele. Un racconto simile, non identico. Infatti diverse incongruenze presenti nei due racconti (uno al capitolo 16, l’altro al capitolo 21) fanno pensare a due tradizioni narrative assai diverse per spiegare i rapporti di parentela tra Ismaeliti (gli Arabi per la tradizione biblica) e Israeliti. Le circostante e gli atteggiamenti dei personaggi sono infatti estremamente diversi. Ad una prima impressione direi che i comportamenti sono cinici, crudeli e laceranti. È invidia quella che muove Sara? Oppure è l’estrema difesa di una madre-leonessa che tutela i diritti ereditari del proprio figlio? E Abramo fa il tira e molla, inizialmente dispiaciuto (in fondo è sempre suo figlio!) e poi non ribatte nulla quando il Signore dà ragione a Sara? Ma sorvolando sulla prima impressione e collocando meglio il testo nel contesto culturale che gli è proprio, ritrovo un forte richiamo all’antichissimo codice di Hammurabi (re di Babilonia vissuto 1750 anni prima di Cristo) che già regolamentava la questione di figli avuti da schiave e il rapporto schiava-padrona. In questo senso c’è un forte legame con la cultura antica e forse, per quanto ci sembri crudele, i personaggi applicano solo quanto era prassi nel loro tempo. Ma cosa mi dice di attuale questa pagina difficile se scavo a fondo? Mi colpisce cosa accade nel deserto: - Dio ascolta la voce che piange. Il suo messaggero dice quel «non temere» che attraversa tutta la storia della Salvezza; - Dio apre gli occhi ad Agar perché possa aiutare materialmente: «alzati e tienilo per mano»; - Dio è con il fanciullo. E ne fa una grande nazione. Anche qui c’è il rinnovo di una promessa. In fondo il pianto di Agar è il pianto di ogni profugo e fuggitivo scacciato dalla propria casa, perso nel deserto e senza più acqua, che lamenta l’abbandono da parte degli uomini e, forse, di Dio. Il timore di Agar non è lontano dall’attualità di immagini di bambini riversi bocconi nella sabbia del deserto o sulla rena del mare. Eppure c’è speranza: una madre nel deserto sta per vedere suo figlio morire e piange straziante, ma Dio interviene e salva. C’è una Promessa da mantenere. Una forte analogia con quello che accadrà poi ad un padre e il suo unico figlio, per un sacrificio sul monte.

Genesi 11,1-9 con il commento di Daniele Missiroli Genesi: Introduzione Genesi 1,1-19 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 1,20-2,4a con il commento di Daniele Missiroli Genesi 2,4b-9.15-17 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 2,18-25 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 3,1-8 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 3,9-24 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 4,1-15.25 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 6,5-8;7,1-5.10 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 8,6-13.20-22 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 9,1-13 con il commento di Daniele Missiroli Genesi 12,1-9 con il commento di Andrea Parato Genesi 13,2.5-18 con il commento di Andrea Parato Genesi 15,1-12.17-18 con il commento di Andrea Parato Genesi 16,1-12.15-16 con il commento di Andrea Parato Genesi 17,1.9-10.15-22 con il commento di Andrea Parato Genesi 17,3-9 con il commento di Eugenio Festa Genesi 18,1-15 con il commento di Andrea Parato Genesi 18,16-33 con il commento di Andrea Parato Genesi 19,15-29 con il commento di Andrea Parato Genesi 21,5.8-20 con il commento di Andrea Parato Genesi 22,1-19 con il commento di Andrea Parato Genesi 23,1-4.19; 24,1-8.62-67 con il commento di Andrea Parato Genesi 27, 1-5.15-29 con il commento di Melania Marcatelli Genesi 28,10-22a con il commento di Melania Marcatelli Genesi, 32,23-33 con il commento di Melania Marcatelli Genesi 37,3-4.12-13a.17b-28 con il commento di Eugenio Festa Genesi 41,55-57;42,5-7a.17-24a con il commento di Eugenio Festa Genesi 44,18-21.23b-29;45,1-5 con il commento di Eugenio Festa Genesi 46,1-7.28-30 con il commento di Eugenio Festa Genesi 49,2.8-10 con il commento di Melania Marcatelli Genesi 49,29-33;50,15-26a con il commento di Eugenio Festa

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