Ezechiele 36, 23-28 con il commento di Massimo Cicchetti



Dal libro del profeta Ezechiele
Ez 36,23-28 

Testo del brano
Così dice il Signore Dio: «Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi. Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Benjamin Martins. Pure Potentiality. Diritti Creative Commons

Meditazione
Massimo Cicchetti

Meditazione
Nei capitoli conclusivi del libro di Ezechièle il profeta si adopera per trasmettere lo “Spirito nuovo”, consapevole che il messaggio divino non è soltanto volto a far prendere coscienza al popolo degli errori commessi e nell’abbandono della fede nel confronto del Signore. Se infatti non ci sarà una reale conversione, il popolo tornerà agli errori e la ricostruzione di Gerusalemme non potrà mai avvenire. È importante dunque che il ravvedimento sincero porti a una modifica e al miglioramento della presenza di Dio all’interno di cuori più consapevoli. Lo strumento per mostrare a tutti i popoli la grandezza di Dio risiede nella sua presenza, del suo Spirito all’interno dell’animo di ciascun fedele. Sono le persone con la loro testimonianza che danno prova della presenza efficace del Signore nella loro vita e possono essere quindi strumenti di proselitismo presso tutte le altre genti. A questi cuori rinnovati Dio promette il ritorno al suolo di origine, alle radici tagliate ma mai scomparse che sono il regno di Israele, vorrei dire che siamo il regno di Israele. È, come definisce il Profeta al capitolo 32, una canzone d’amore, che rinasce, ma più maturo e consapevole per il rinsaldarsi di un legame nella nuova alleanza tra Dio e le sue genti. La prima considerazione parte dalla parola santificare: il popolo eletto ha dimenticato il patto con Dio, lo ha profanato preferendogli altri idoli, fino al punto di non sentire più il legame forte con Lui. Israele ha disonorato il nome santo di Dio mettendo in dubbio la sua potenza, per questo tradimento è stato punito con l’esilio. Il Signore manifesta tutta la sua grandezza attraverso il proprio nome, dimostrando che Lui non ha niente in comune con tutti gli altri idoli, perché è al di sopra di tutti. Perché la sua santità venga riconosciuta, è necessario sciogliere il cuore degli uomini, sostituendo il cuore di pietra con un cuore di carne. È una immagine che troveremo ancora sulla bocca di Gesù, quando gli verrà chiesto il rispetto della legge mosaica sul ripudio della moglie (come racconta Mt 19,8), dove ancora una volta il maestro chiarisce che la severità della legge mosaica deriva dalla durezza del cuore umano, ma che il desiderio di Dio è quello di un cuore morbido, disposto ai sentimenti migliori. Perché questo avvenga è necessaria una purificazione che avviene attraverso l’aspersione con acqua pura, lo stesso simbolo che Giovanni assume per simboleggiare questa pulizia e che nel battesimo celebrato con rito moderno concretizza il suo effetto in una veste candida, senza macchie. Dio conosce bene le proprie creature, sa che è necessario la presenza del suo Spirito dentro di loro perché possano seguire la retta via, all’uomo invece è necessaria la volontà di accettare questa presenza per poter ubbidire alle leggi divine. In questi capitoli conclusivi il Profeta esplicita la volontà divina che non è quella di un giustiziere severo, ma anzi è un’energia salvifica che desidera il meglio per il suo popolo fino a ricondurlo ad una terra promessa, al termine delle sofferenze e delle umiliazioni della prigionia e dell’esilio. Dio riconferma l’immenso amore verso l’umanità, legando ad una nuova e più consapevole alleanza che riporta alle radici prime, alla terra dei padri dove tutto ha avuto inizio.

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