Ezechiele 24,15-24 con il commento di Massimo Cicchetti



Dal libro del profeta Ezechiele
Ez 24,15-24 

Testo del brano
Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, ecco, io ti tolgo all’improvviso colei che è la delizia dei tuoi occhi: ma tu non fare il lamento, non piangere, non versare una lacrima. Sospira in silenzio e non fare il lutto dei morti: avvolgiti il capo con il turbante, mettiti i sandali ai piedi, non ti velare fino alla bocca, non mangiare il pane del lutto». La mattina avevo parlato al popolo e la sera mia moglie morì. La mattina dopo feci come mi era stato comandato e la gente mi domandava: «Non vuoi spiegarci che cosa significa quello che tu fai?». Io risposi: «La parola del Signore mi è stata rivolta in questi termini: Annuncia agli Israeliti: Così dice il Signore Dio: Ecco, io faccio profanare il mio santuario, orgoglio della vostra forza, delizia dei vostri occhi e anelito delle vostre anime. I figli e le figlie che avete lasciato cadranno di spada. Voi farete come ho fatto io: non vi velerete fino alla bocca, non mangerete il pane del lutto. Avrete i vostri turbanti in capo e i sandali ai piedi: non farete il lamento e non piangerete, ma vi consumerete per le vostre iniquità e gemerete l’uno con l’altro. Ezechièle sarà per voi un segno: quando ciò avverrà, voi farete proprio come ha fatto lui e saprete che io sono il Signore».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Benjamin Martins. Pure Potentiality. Diritti Creative Commons

Meditazione
Massimo Cicchetti

Meditazione
Dio preannuncia ad Ezechièle che la moglie morirà all’improvviso, la sera dopo, è un evento di profondo dolore per il profeta, che la descrive con un’espressione di grande tenerezza “delizia dei suoi occhi” (letteralmente la passione, il desiderio dei suoi occhi), viene utilizzato il verbo chamad che è lo stesso del comandamento: «non desiderare la donna d’altri». A questo evento si accompagna la profezia della distruzione di Gerusalemme già sotto assedio. Dio ammonisce Ezechièle a non esternare il proprio lutto per la scomparsa della compagna; allo stesso modo nel quale non dovrà manifestare il rimpianto per la distruzione della città santa del suo popolo. Vivendo questa sofferenza personale senza praticare i gesti della tradizione: quale il pane del lutto, che viene preparato da amici, per alleviare la fatica di cucinarlo in un momento dove il cuore e la mente sono rivolti alla dipartita del congiunto. Anche il modo di vestire e di comportarsi non dovrà mostrare alcuno sbandamento, gli viene proibito persino il sollievo delle lacrime. L’atteggiamento del profeta nei confronti della scomparsa della moglie sarà l’esempio da seguire per il dolore altrettanto improvviso e attonito del popolo di Israele, privato della sua città più importante, delle sue radici fondamentali, che danno agli ebrei il senso di appartenenza e di unità: un’unità improvvisamente spezzata. Il popolo avrà così un segno efficace per comprendere e superare questo evento catastrofico, una spinta a ritrovare dignità e compostezza per superare lo sbigottimento e il crollo dei propri punti di riferimento. Dove può trovare Ezechièle la forza per non appellarsi a quei gesti che possono lenire il dolore, scoprendosi il capo e scalzando i piedi come si conviene per la scomparsa di una persona cara? Come potrà rinunciare al gesto di solidarietà del pane del lutto, superando una sofferenza che toglie la parola per quanto atroce ed inattesa? Lo stesso dolore che in poco tempo colpirà il popolo tutto, quando la città di Gerusalemme cadrà preda dei babilonesi che la cingono d’assedio, e sarà alla fine conquistata e ridotta in rovina. Solo Dio può concedere una forza di volontà per superare un momento così, lui che dà la gioia dell’incontro tra due cuori gemelli, allo stesso modo con il quale ha concesso l’incontro del popolo di Israele con la sua città fondamentale, Gerusalemme. C’è un momento nel quale Dio offre e dispensa, ma esiste anche un momento in cui può togliere, anche improvvisamente. Chi non è saldo nella fede, chi non ripone fiducia nel suo operato, spesso incomprensibile all’animo umano, si perde e rimane senza forze, senza visioni rivolte al futuro. Per chi invece gli affida tutto se stesso sarà possibile superare anche i momenti più sconvolgenti della vita, e la tristezza, il dolore, il senso di impotenza e di solitudine saranno compresi nel suo abbraccio che rincuora e conforta.

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