1Timoteo 3,1-13 con il commento di Francesco Barone



Dalla prima lettera di San Paolo apostolo a Timoteo
1Tm 3,1-13 

Testo del brano
Figlio mio, questa parola è degna di fede: se uno aspira all’episcopato, desidera un nobile lavoro. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola donna, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. Sappia guidare bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi e rispettosi, perché, se uno non sa guidare la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? Inoltre non sia un convertito da poco tempo, perché, accecato dall’orgoglio, non cada nella stessa condanna del diavolo. È necessario che egli goda buona stima presso quelli che sono fuori della comunità, per non cadere in discredito e nelle insidie del demonio. Allo stesso modo i diaconi siano persone degne e sincere nel parlare, moderati nell’uso del vino e non avidi di guadagni disonesti, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano persone degne, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi siano mariti di una sola donna e capaci di guidare bene i figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno esercitato bene il loro ministero, si acquisteranno un grado degno di onore e un grande coraggio nella fede in Cristo Gesù.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
F.Chopin. Op 28 No 4. Suffocation. Lorenzo Tempesti. https://www.suonimusicaidee.it

Meditazione
Francesco Barone

Meditazione
Quello che mi colpisce in questo brano è che Paolo sottolinea più lo stile di vita, che un vescovo o un diacono devono avere, rispetto alle regole imposte dal loro ruolo. Questo perché per Paolo, il ministero, è prima di tutto testimonianza di una vita illuminata e trasformata dal Vangelo. In realtà dovrebbe essere così per tutti i cristiani, la luce della Parola dovrebbe illuminare ogni passo, rendendo l’uomo nuovo, quotidianamente. Purtroppo non è così. Anzi, spesso e volentieri ci si vergogna di essere testimoni o ci si dimentica di doverlo essere. E questo vale per i ministri ordinati come per i laici. Capita sovente di predicare bene, ma di razzolare male. 

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