2 Timoteo 4,1-8 con il commento di Laura Genestreti



Dalla seconda lettera di S. Paolo apostolo a Timoteo
2Timoteo 4,1-8

Testo del brano
Figlio mio, ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero. Io infatti sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Prelude No. 22 di Chris Zabriskie è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Fonte: http://chriszabriskie.com/preludes/
Artista: http://chriszabriskie.com/

Meditazione
Laura Genestreti

Meditazione
Nell’ultimo capitolo Paolo informa Timòteo dell’imminenza della sua morte («..è giunto il momento che io lasci questa vita») e lo esorta a continuare nel suo ministero di annuncio del vangelo. Lascia un vero e proprio testamento spirituale, indicando con estrema precisione i comportamenti da tenere. La prima indicazione è l’annuncio della Parola, con insistente magnanimità e lo invita ad ammonire e rimproverare se necessario, e così ritornano i falsi maestri, indicati come coloro che assecondano i propri capricci e non ascoltano la verità. Ricorda che ci sarà sofferenza, ma questo non dovrà ostacolare la missione di annunciare il Vangelo. Paolo racconta di essere alla fine del suo percorso terreno, consapevole di aver “terminato la sua corsa”, fa un bilancio ed è soddisfatto per aver mantenuto la fede e ora è felice perché l’aspetta la “corona di giustizia” che Dio gli consegnerà. Mi colpisce la sicurezza di Paolo, che tanto ha sofferto in nome della fede e ora attende la “corona di giustizia”, che non è semplice ricompensa, ma la riconoscenza di Dio dell’essere giusto per la vita eterna, e giusto come dice Paolo è colui che è magnanimo, caritatevole e paziente. Paolo è duro e determinato nelle sue esortazioni, nei suoi ammonimenti, ma le sue parole trasudano d’amore, non vacilla nella fede, crede fermamente nella giustizia di Dio e nella vita eterna. Nelle sue parole si concretizza Gesù, che spesso è stato duro, ma ci ha insegnato la carità. Possiamo noi essere Timòteo? Possiamo raccogliere l’eredità della testimonianza, abbiamo la forza per portare la Parola? È un tempo così lontano quelle racchiuso in questa lettera che non potrebbe essere più attuale: la vita ricca di inciampi e sofferenze, la ricerca della verità, la difficoltà di vedere e riconoscere l’altro ed educarci insieme nella fede, la pazienza di attendere la giustizia che si attua in carità. Paolo ci riconcilia con la Scrittura che è il fondamento della fede e l’inizio della vita.

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