Lettera di Giacomo 4,1-10 con il commento di Marco Missiroli



Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 4,1-10

Testo del brano
Fratelli miei, da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio?
Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice:
«Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia».
Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Emily Lepri

Meditazione
Marco Missiroli

 

Meditazione
Abbiamo letto un brano piuttosto crudo e difficile da commentare, per quanto mi riguarda. Di primo acchito, infatti, sembrerebbe che al cristiano non spetti alcuna gioia in questo mondo: «riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza». Di certo non una prospettiva affascinante, non una lettura adatta al primo annuncio, forse neanche per il secondo. Mi sovviene immediatamente il contrasto col il Salmo 30, che recita: «hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l'abito di sacco, mi hai rivestito di gioia». A ben guardare tra le due frasi cambia il soggetto: è il Signore che trasforma la nostra tristezza in gioia! Sono le cose di Dio, quelle che costruiscono il Regno a farci vivere in pienezza. Il rischio per il quale Giacomo, e non solo lui nella Bibbia, suona l’allarme è racchiuso nei versetti della scrittura da lui citati: «Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia»: occhio a pensare di riuscire a salvarsi da soli! L’uomo superbo è pieno di sé e non lascia alcuno spazio alla grazia di Dio, perché convinto di non averne bisogno. E come si serve delle cose del mondo per la sua fame di gloria, così è portato a servirsi di Dio, del suo nome, per soddisfare le proprie esigenze. Di certo Dio non si piega a questi meccanismi e continua a farsi riconoscere negli umili, tra i bisognosi, dove c’è sete, fame e allo stesso tempo un grido di aiuto. Ne è la prova la sua storia in Cristo Gesù, che abbraccia gli ultimi e il desiderio di liberazione del popolo di Israele, senza però assecondarne le modalità umane, le categorie di vittoria del mondo: Gesù diventa re morendo in croce, non sbarazzandosi di avversari e oppressori. E così è oggi, come in tutta la storia, per lo Spirito, che «soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va». È forse banale parlare di un mondo che cerca di convincerci che possiamo comprare tutto, mettere le mani su ogni cosa, persino sulla vita stessa. Che quanto più ci impegniamo a produrre, tanto più siamo gratificati da quello che possiamo ottenere, sempre più stanchi e mai sazi. Sono le nostre passioni che fanno la guerra nelle nostre membra, che non si danno pace, che non cercano la vera pace: quella di Gesù, che entra nei cuori in cui trova spazio da abitare: shalom!. Facciamoci allora prima casa e poi apostoli di questa pace.

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